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Prof. Enrique Perello, Otorinolaringoiatra e Professore di Otorinolaringoiatria dell’Università Autonoma di Barcelona
La metodologia implantologica nei suoi aspetti pre e post intervento ed il relativo iter riabilitativo del sordo è un tema molto importante che sta interessando sempre più la comunità scientifica. Si è da poco concluso al CEFPAS il corso “Moderno approccio al sordo profondo: gli impianti cocleari”, un percorso propedeutico formativo che vuole diffondere tra gli specialisti territoriali del settore delle conoscenze più consolidate sulla metodica di implantologia per arrivare al tema degli impianti cocleari.
Ci siamo soffermati sull’argomento per un maggiore approfondimento con uno dei relatori principali, il Prof. Enrique Perello Otorinolaringoiatra e Professore di Otorinolaringoiatria dell’Università Autonoma di Barcelona.
- In genere gli apparecchi acustici aumentano il volume dei suoni, l’impianto cocleare è un piccolo dispositivo elettronico, che permette alle persone sorde o con ridotte capacità uditive di non amplificare semplicemente il suono, ma captarlo e convertirlo in segnale/impulsi elettrico, esattamente come farebbe una coclea. Può ciò, secondo Lei, contribuire a riguadagnare la sicurezza in se stessi nelle situazioni sociali?
L’impianto cocleare è un sussidio uditivo, progettato per quelle sordità gravi e profonde che non migliorano con le normali protesi acustiche convenzionali, siano esse analogiche che digitali. Non si tratta di “trapianto di orecchio” ma di un’applicazione, tramite intervento chirurgico, di un sistema di amplificazione (o impianto) che stimola direttamente il nervo uditivo, “saltando” la coclea. In quest’ottica, l’impianto cocleare può essere definito un elemento bionico, realizzato per ridare la funzione uditiva, la gioia di vivere e comunicare ai sordi profondi. Sono a conoscenza che l’intervento in Italia viene erogato gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.
2. Quando l’impianto cocleare è sconsigliato?
Si può impiantare da 6 mesi fino 85 anni e non sono previste particolari controindicazioni.
3. In seguito all’intervento chirurgico di applicazione dell’impianto cocleare si attiva un’altra fase molto importante dell’iter riabilitativo del sordo profondo, la riabilitazione dal punto di vista logopedico. Quanto è importante, secondo Lei, abbinare un idoneo e tempestivo trattamento logopedico?
L’impianto cocleare trasmette impulsi elettrici utilizzando un codice – writing code -, simile ma non identico a quello del nostro sistema nervoso centrale. È pertanto necessario che il soggetto impiantato esegua delle sedute di terapia logopedica per far sì che non vi siano distorsioni linguistiche e questo è fondamentale soprattutto per i bambini.
4. Quale è la causa più frequente della sordità infantile?
Le cause più frequenti di sordità sono quelle genetiche, le infezioni (tra queste il cytomegalovirus) e l’uso di farmaci ototossici. È molto importante, per quanto possibile, evitare l’esposizione a traumi acustici nella nostra società sempre più rumorosa.
5. Come è nata questa collaborazione con il CEFPAS?
Da 20 anni collaboro con le università siciliane ed in particolare con il Prof. Francesco Galletti di Messina, con il Prof. Riccardo Speciale di Palermo e con il Prof. Vincenzo Saita di Catania. Ottimi i rapporti anche con le strutture ospedaliere non universitarie ed il particolare con il Dott. Roberto Falciglia di Enna. Ritengo l’ultimo Corso CEFPAS organizzato e diretto dal Prof. Aldo Messina di ottimo livello didattico. È stata anche l’occasione per incontrare cari vecchi amici e conoscerne di nuovi. Le lezioni teoriche sono state di alto profilo scientifico specialmente quando si sono affrontate tematiche relative ai nuovi approcci sulla patologia e sul trattamento. Il sistema didattico è stato molto interattivo con la partecipazione dei presenti che hanno formulato domande pertinenti, dimostrando elevata conoscenza del problema. Ritengo il modello di questo corso CEFPAS adattabile ad altre realtà europee come quella nostra spagnola.