Le complicanze durante la gravidanza e il parto sono una delle principali cause di morte e disabilità nelle donne in età fertile nei Paesi in via di sviluppo. In un articolo dell’Istituto Superiore di Sanità, si legge che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unicef hanno stimato come nel 2015 si siano verificate 303.000 morti materne a livello globale, il 99% delle quali nei Paesi in via di sviluppo. La nuova strategia globale per la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti lanciata nel 2015 ha fissato l’obiettivo ambizioso di porre fine alle morti materne evitabili entro il 2030. Anche nelle nazioni a sviluppo avanzato come l’Italia, dove la mortalità e la morbosità grave legate alla gravidanza e al parto sono eventi sempre più rari, la mortalità materna resta un indicatore cruciale dell’appropriatezza dell’assistenza al percorso nascita da parte del servizio sanitario.
Queste morti si potrebbero prevenire con una miglior organizzazione della rete assistenziale ostetrica e con la formazione di team di sala parto dedicati e pluridisciplinari. Di questo argomento si parlerà il prossimo 7 marzo al CEFPAS nell’ambito del corso residenziale, in simulazione ad alta fedeltà, organizzato dal CEMEDIS dal titolo: “Gestione in team degli eventi critici in sala parto”. Si affronteranno varie tematiche tra le quali: la gestione delle situazioni di emergenza che possono verificarsi in sala parto e che presuppongono lo sviluppo di capacità di lavorare in team multidisciplinari e di leadership e saper comunicare in modo efficace all’interno del gruppo, con le partorienti e con i familiari. Uno dei docenti del corso sarà Antonio Claudio Cannizzaro, direttore U.S. Sala Parto Ospedale Buccheri La Ferla e istruttore CRM.

- Cosa si intende per urgenze ed emergenze ostetriche?
L’emergenza è una condizione che pone il paziente in imminente pericolo di vita e richiede un intervento immediato. L’urgenza è una condizione che, in assenza di adeguato trattamento, può diventare critico. In ostetricia si distinguono fondamentalmente:
• le urgenze e le emergenze materne;
• le urgenze e le emergenze materno-fetali;
• le urgenze e le emergenze fetali.
In queste sono racchiuse: le urgenze mediche e le urgenze chirurgiche generali, l’arresto cardiaco in paziente gravida; le emorragie ante partum (distacco di placenta normalmente inserita, inserzioni anomale di placenta, patologie tromboemboliche), l’emorragia post partum; la rottura di utero in travaglio e l’inversione di utero; le presentazioni anomale fetali e la distocia; l’embolia amniotica e la eclampsia, il politrauma e i traumi puerperali.
- Da chi è composto il personale sanitario che affronta ogni giorno gli eventi critici?
Naturalmente la distinzione va sottolineata fra extraospedaliero ed intraospedaliero. Il personale del 118 in tutte le sue componenti e i servizi territoriali periferici svolgono un ruolo fondamentale nella raccolta e stabilizzazione della paziente (gravida), della puerpera e feto in caso di parto precipitoso. A livello intraospedaliero e in particolare nell’Unità di Sala Parto sono coinvolti ginecologi, ostetriche, infermieri, anestesisti, neonatologi, psicologi e tutte le figure di supporto e fondamentali.
- Quanto è importante lavorare con team multidisciplinari?
L’emergenza ostetrica è un evento da affrontare in équipe. È fondamentale la presenza di tutte le figure sopra indicate.
- Cosa prevede e come si gestisce l’emergenza ostetrica?
Ogni professionista deve conoscere le azioni da svolgere, in quale sequenza e in quali tempi. Standardizzare il più possibile i processi, lasciando così uno spazio quasi nullo alla discrezionalità operatore dipendente, è il modo migliore per condurre un’assistenza puntuale, precisa e caratterizzata da una forte aderenza ai documenti (procedure, linee guida internazionali…).
- Quanto e come influiscono la pianificazione e l’organizzazione del lavoro in sala parto sulle possibilità di rischio?
Queste sono senza dubbio alla base del successo di un evento critico. Anticipare e pianificare, utilizzare e mobilizzare tutte le risorse disponibili umane e materiali, esercitare la leadership e la followership, riducono notevolmente i fattori di rischio e gli errori di fissazione.
- In cosa consiste la metodologia didattica della simulazione high fidelity e il suo principio Crisis Resource Management (CRM) che sarà utilizzato durante il corso che si terrà al CEFPAS?
Il CRM (Crisis Resource Management) è una modalità di formazione volta principalmente ad enfatizzare il fattore umano e relazionale nella gestione di una situazione critica. Si riferisce ad un insieme di principi che si occupano di comportamenti cognitivi e interpersonali che contribuiscono a ridurre lo stress generato da una situazione difficile e a trovare le possibili soluzioni mettendo in campo le risorse di ogni membro del team. Il CRM è una tecnica mutuata dall’aviazione (Crew Resource Management) e applicabile alla formazione in ambito sanitario in tutte quelle situazioni di “crisi” che mettono a dura prova il lavoro d’equipe. Si applica a tutte le situazioni di urgenza-emergenza, ma anche in caso di situazioni impreviste, ambiguità diagnostiche, oltre che in caso di comunicazioni complesse con pazienti e familiari.
- Quali competenze sono richieste al personale sanitario che opera in questo ambito?
È un fenomeno circolare di acquisizione e/o trasferimento della conoscenza, del miglioramento delle competenze, del miglioramento del ragionamento clinico e pensiero critico, del miglioramento della comunicazione in team, dello sviluppo della capacità di leadership.
- Che ruolo ha la comunicazione degli operatori nelle emergenze sia tra di loro sia nei confronti delle madri e dei familiari?
La comunicazione nell’emergenza deve essere chiara, a ciclo chiuso, con feedback atti ad agevolare gli interlocutori, a impedire gli errori e il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. È fondamentale, inoltre, la comunicazione sia in termini di raccolta anamnestica che di empatia nei confronti della paziente, sia di rassicurazione sia di raccolta in emergenza di consensi informati.
- La prevenzione delle morti in sala parto è fondamentale, in che modo si può sviluppare una migliore organizzazione della rete assistenziale ostetrica?
Per migliorare la salute materna e neonatale, nel 2000 l’Oms ha lanciato l’iniziativa “Making pregnancy safer (Mps)” che si propone di ridurre la mortalità e la morbilità materna e neonatale, di contribuire al miglioramento delle cure fornite alle donne incinte e di aumentare il numero di donne e bambini che usufruiscono di servizi e personale qualificati durante la gravidanza, il parto e il puerperio. In questa logica, ha particolare importanza il coinvolgimento degli uomini, delle famiglie e della comunità di appartenenza. Il rapporto “Working with individuals, families and communities to improve maternal and newborn health”, basato su un approccio di promozione della salute, come indicato nella Carta di Ottawa, propone un quadro per lo sviluppo di interventi per migliorare la salute materna. Questi interventi sono fondati sull’idea che il potenziamento dei servizi sanitari e delle azioni a livello comunitario debba garantire che le donne e i loro neonati abbiano accesso alle cure qualificate di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno. Ma focalizzandoci sulla sala parto è indispensabile che all’interno dell’U.O. tutto il personale (ginecologi, ostetriche, anestesisti, neonatologi, infermieri, psicologi) sia adeguatamente formato in tema di emergenza attraverso i seguenti corsi di formazione:
• BLS-D adulto;
• BLS Neonatale;
• Corsi di Simulazione di Emergenza Ostetrica (High Fidelity).
L’intervista è stata realizzata dal Servizio Comunicazione del CEFPAS.