CEFPAS

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Requirez, Dirigente generale DASOE: puntare sulla centralità dei bisogni del paziente e sulla tutela della salute della popolazione

Salvatore Requirez, Dirigente generale DASOE

Un curriculum ricco e una carriera piena di esperienze diverse e prestigiose, quelli di Salvatore Requirez, medico specializzato in gastroenterologia ed endoscopia digestiva, diploma alla scuola di direzione aziendale della Università Bocconi, dal dicembre 2022 è il Dirigente Generale del Dipartimento regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE) dell’Assessorato regionale della Salute.

Già direttore sanitario all’ARNAS Civico “Di Cristina Benfratelli” e degli ospedali riuniti Villa Sofia e Cervello di Palermo, dell’Asp di Trapani, di Palermo e di Enna, è stato dirigente di servizio sempre presso il dipartimento per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico. Presso l’Assessorato della Salute ha diretto i servizi di farmaco epidemiologia, accreditamento istituzionale, ospedalità, affari generali, prevenzione primaria, promozione della Salute e ha ricoperto decine di incarichi di Commissario ad acta nelle ASP in materia di statistiche sanitarie correnti e gestione dei DRGs, un sistema che lui stesso ha introdotto nel Servizio Sanitario Regionale insieme alla Scheda di Dimissione Ospedaliera in tutti i nosocomi, pubblici e privati, occupandosi in prima persona della formazione specifica. Ha coordinato la stesura del Piano Regionale della Prevenzione di cui al Decreto Assessoriale Salute n.351/2016. Dal 2010 è docente nei corsi manageriali, per direttori di struttura complessa e per direttori sanitari presso il CEFPAS, il CFSS, l’Ordine dei Medici di Palermo, Catania, Messina e Ragusa. Dal 2011 al 2017 è stato responsabile esecutivo dei progetti di ricerca scientifica di fonte ministeriale CCM (Centro per il Controllo delle Malattie) in cui la Regione Siciliana figura come capofila, nonché dirigente responsabile della programmazione dei progetti di Piano Sanitario Nazionale avanzati dall’Assessorato della Salute.

  • Che ruolo ha avuto e avrà il Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico in quanto Autorità competente regionale REACH-CLP? In relazione anche alle diverse attività di programmazione e progettazione (PNP, LEA, NSG, PNC) che mirano all’implementazione dei regolamenti REACH-CLP?

Quelle che competono all’istituto regionale: indirizzo e controllo, soprattutto. Per quanto attiene alla programmazione e alla gestione di progetti in materia di REACH-CLP inerenti, cioè, la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, ogni azione dovrà tendere ad assicurare un sempre più elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente attraverso il miglioramento della conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti dall’utilizzo e dalla produzione di prodotti chimici. La formazione è essenziale in questo processo specie quando l’obiettivo da raggiungere è la massima adesione proprio ai regolamenti REACH-CLP.

  • In relazione al progetto PROSPECT, frutto di un accordo di collaborazione tra CEFPAS e DASOE dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana quali sono i risultati e i benefici ottenuti in termini di prevenzione e salute pubblica?

    L’accordo ha permesso lo sviluppo di metodi efficaci di monitoraggio e comunicazione a supporto delle azioni previste dal Piano Regionale di Prevenzione. Ha prodotto, poi, un approccio uniforme rispetto ai temi del PRP consentendo, così, agli operatori sanitari coinvolti di confrontarsi, prima, e applicare, poi, dinamiche sovrapponibili in materia di preparazione e valutazione dei progetti, uso dei dati e degli indicatori statistici più appropriati e coerenti con la metodologia epidemiologica. Questo ha comportato un miglioramento dei livelli operativi in materia di prevenzione nei riguardi di tutti gli obiettivi di piano collegati ad un razionale programma di monitoraggio. 
  • Che valore ha avuto, in relazione al tema delle disuguaglianze in salute, il progetto “Sorveglianza epidemiologica e controllo del COVID-19 in aree urbane metropolitane e per il contenimento della circolazione del SARS-CoV-2 nella popolazione immigrata in Italia”, avviato nel novembre 2020 e conclusosi a maggio per conoscere più a fondo il vero impatto della malattia da Covid-19 nella popolazione immigrata?

Ha avuto un valore straordinario e non solo sotto l’aspetto, peraltro interessantissimo, dello studio epidemiologico all’interno delle città. È stato un momento di confronto tra le varie realtà che operano in settori diversi e che hanno condotto un sinergico percorso di convergenza per fare luce sulle dinamiche di un fenomeno globale che ha segnato profondamente gli ultimi anni della nostra esistenza.  I lavori si sono conclusi da poco, i dati sono in fase di elaborazione e saranno inoltrati al Ministero della Salute quale prestigioso contributo della nostra regione allo studio della pandemia da Covid-19. Nei giorni dell’8 e 9 maggio scorsi si è tenuto ad Erice un convegno sul progetto a cui hanno partecipato esponenti delle ASP, degli assessorati della Salute delle regioni Sicilia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio, delle Università di Palermo, Catania, Messina e Torino, dell’Istituto Nazionale delle Migrazioni e delle Povertà, la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, che hanno messo a fuoco luci e ombre di un sistema che ha saputo fronteggiare al meglio questa terribile esperienza mondiale individuandone i limiti e tracciandone i diversi spazi di sviluppo futuro. 

  • È stato presentato al CEFPAS, il 22 maggio, il primo “Corso BLSD per autisti soccorritori”, un ambizioso e impegnativo programma di formazione per circa 2.800 autisti soccorritori della SEUS. Quanto è importante e per cosa l’istituzione di una cabina di regia, che vedrà la partecipazione delle quattro centrali operative 118 e dell’Assessorato regionale della Salute, nella gestione ed erogazione del progetto formativo?

È importante, ma non semplice. Una cabina di regia che veda al suo interno le quattro centrali operative 118 impone da parte del DASOE un’azione di coordinamento anche a partire dai singoli contributi al progetto formativo. Non sempre le visioni collimano, non sempre coincidono le priorità didattiche sia in materia di contenuti che di metodologia. Perché diversa può essere la consapevole percezione del bisogno formativo. Compito principale del DASOE sarà, dunque, quello di tenere dritta la barra sugli obiettivi del corso, specie quelli che garantiscano un ritorno pratico a beneficio delle funzioni quotidiane espresse dagli autisti soccorritori, aggiornandoli e qualificandoli verso superiori livelli di performance all’interno di un sistema, quale quello dell’emergenza, dove rivestono un ruolo centrale.  

  • Quali sono le prospettive e gli obiettivi da perseguire dal suo punto di vista per il futuro del CEFPAS?

Continuare ad essere sempre, e soprattutto, l’ente strumentale per la formazione sanitaria della Regione Siciliana. C’è tanto da fare. Sono tante le specialità attive nella nostra regione all’interno delle quali è necessario intervenire al fine di migliorarne le performance: si registrano, tra strutture omologhe, per cento ragioni, abissali differenze in termini di prodotto di salute, di DRGs, di attività ambulatoriali di elettivo impegno sia in campo diagnostico che terapeutico assistenziale, penalizzate da percorsi non sempre informati a logiche di appropriatezza ed espresse da livelli di competenza non sempre omogenei. I piani aziendali della formazione devono contemplare una profonda analisi delle situazioni assistenziali interne e devono guardare al CEFPAS come l’ente in grado di consentire il recupero di certi penalizzanti gap. Gli obbiettivi del CEFPAS, pertanto, non possono che confluire in una sola, grande sfida: una formazione davvero efficace.

  • Qual è l’importante traguardo raggiunto in tema di infezioni ospedaliere?

Le infezioni ospedaliere costituiscono, da sempre, un rischio e un’insidia correlata alla regolare degenza nei reparti. Rappresentano un indicatore negativo di qualità perché testimoniano che qualcosa nelle procedure assistenziali non è andato per il verso giusto. Costituiscono un rischio che, in alcuni casi, può essere severo e un danno economico non indifferente non solo per le terapie indotte, ma perché allungano oltremodo la durata della degenza (oltre a soglia normale) abbassando i livelli di turn over dei posti letto e allungando le liste di attesa per i ricoveri in elezione. Per questo le infezioni ospedaliere vanno contrastate ad ogni livello. Ruolo centrale in questa lotta è rappresentato dalla costituzione del CIO (Comitato alla lotta delle Infezioni Ospedaliere) che è un organismo tecnico-scientifico dell’Azienda e che, quando funziona a dovere, può individuarsi nel traguardo che lei evoca. Il CIO progetta ed implementa il programma aziendale per ridurre le infezioni nei pazienti ed operatori sanitari, identifica le procedure ed i processi associati con il rischio di contrarle ed implementa le strategie. Il programma di controllo è basato sulle evidenze scientifiche aggiornate, linee guida approvate e leggi e regolamenti applicabili. Il programma è, inoltre, sostenuto dai sistemi aziendali di informatica di rapido accesso. Tutte le aree dell’organizzazione relative ai pazienti, dipendenti e visitatori sono incluse nel programma di controllo delle infezioni. Il DASOE, tramite l’apposito Servizio 8, non farà mancare la vigilanza e il monitoraggio che la delicatezza del caso merita. Non solo: attraverso il Servizio 2 guiderà un mega corso di formazione per tutti gli operatori del S.S.R. impiegando i fondi assegnati a tal fine dal PNRR.

  • Per concludere, all’atto della sua nomina ha dichiarato: «Ci aspettano sfide vitali. La Sicilia ha una classe medica e sanitaria di sicura eccellenza e lo stesso vale per gli altri, e non meno importanti, professionisti che vi operano. Dobbiamo essere in grado di consentire pienamente l’espressione delle loro doti e riconoscerne il merito. Attenzione privilegiata va assegnata, parimenti, alla più calibrata risposta ai bisogni sanitari dell’utenza attraverso una appropriata azione di verifica e controllo che renda sostenibile, anche economicamente, ogni azione programmatica intrapresa e, al contempo, tracciare una linea di sviluppo che incrementi il percorso di allineamento della nostra regione ai livelli delle migliori realtà nazionali. Ho una sola parola d’ordine: impegno». Come e attraverso quali azioni portate avanti si è espresso questo impegno e che progetti ci sono in campo per continuare ad assolverlo nel futuro?

Partiamo dall’impegno. Il percorso formativo di un laureato in medicina e chirurgia non può non basarsi sull’impegno. Ancora di più l’espressione della sua professione, in qualsiasi campo venga esercitata. In un ambito così delicato e in continua evoluzione all’impegno professionale va accoppiato quello scientifico, nel senso più pieno del termine, che guarda non solo all’aggiornamento e all’arricchimento delle proprie conoscenze ma, ove possibile, anche a quelle degli altri operatori, dei colleghi con cui si collabora creando le basi e le condizioni perché tutti possano svolgere nel migliore dei modi il loro lavoro mantenendo ferma la centralità dei bisogni del paziente e la tutela della salute della popolazione sana. I progetti che sono in campo sono facilmente desumibili dalle competenze ascritte alle aree e ai servizi che compongono il Dipartimento che dirigo dove operano dirigenti, funzionari e collaboratori di eccellente livello: dall’igiene pubblica alla formazione, dalla valutazione delle attività sanitarie, al governo del rischio clinico, dalla vigilanza ispettiva sulle aziende alla veterinaria, alla ricerca scientifica internazionale… e tanto altro. Grazie a loro, sono sicuro, riusciremo a raggiungere anche quei traguardi e riconoscimenti che fino ad oggi sono mancati e che la pubblica utenza, ad ogni livello di categorie, si aspetta. Quanto a quello che ho fatto in questi pochi mesi devo dire che non mi piace elencare i provvedimenti adottati (sono tanti) specie quelli che si attendevano da parecchio tempo. Ho rimesso in moto un Dipartimento che nella sua storia più recente aveva segnato il passo, ho coperto ad interim il Dipartimento della Pianificazione Strategica fino all’avvento del suo nuovo dirigente generale. Ho la fortuna di lavorare in un posto nel quale i volumi di efficienza e di produzione si possono facilmente misurare. Basta leggere retrospettivamente la Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana: vi si possono trovare decine di provvedimenti adottati negli ultimi mesi, alcuni di importanza strategica o essenziali al migliore svolgimento delle funzioni assistenziali fornite dalle aziende sanitarie a dagli istituti collegati. Ne cito solo uno: abbiamo finalmente recepito la legge nazionale n.118 (decreto concorrenza) che ci ha permesso di stabilire le nuove regole per i concorsi a primario nelle aziende sanitarie e ospedaliere. Si tratta dell’aggiornamento delle linee di indirizzo regionale recanti i criteri e le procedure per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa (U.O.C.) a dirigenti sanitari (area medica, veterinaria e del ruolo sanitario) pubblicato sulla GURS n°17 del 21 aprile scorso. Si tratta di un deciso passo avanti in materia di trasparenza e di promozione del merito nel più pieno rispetto dei disposti ministeriali.  

L’intervista è stata realizzata dal Servizio Comunicazione del CEFPAS.

Requirez, Dirigente generale DASOE: puntare sulla centralità dei bisogni del paziente e sulla tutela della salute della popolazione

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