CEFPAS

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Al CEFPAS gli esperti si confrontano sullo stato dell’arte dell’endometriosi in Sicilia

Un momento del webinar “Endometriosi: stato dell’arte in Sicilia”

“Il CEFPAS vuole dare evidenza a una tematica che provoca grande sofferenza per molte donne, che è estremamente attuale, ma di cui non si parla ancora abbastanza”. Queste le parole di Roberto Sanfilippo, Direttore generale del Centro, presentando il webinar “Endometriosi: stato dell’arte in Sicilia” che si è svolto il 20 novembre sulla piattaforma online del CEFPAS con l’obiettivo di condividere le conoscenze chiave per la prevenzione, la diagnosi precoce, il trattamento multidisciplinare e la cura della patologia, le attività dei centri di riferimento regionali e le sinergie di rete con gli stakeholder alla luce della legge regionale n. 27/2019.

“È una malattia infiammatoria cronica che nasce dalla proliferazione di alcune cellule endometriali al di fuori della cavità uterina” ha spiegato Giuseppe Ettore, Direttore U.O.C. Ostetricia e Ginecologia, ARNAS Garibaldi Catania e Direttore Dipartimento Materno-Infantile ARNAS Garibaldi Nesima Catania, nonché responsabile scientifico del webinar insieme ad Antonio Maiorana, Direttore dell’U.O.C Ginecologia e Ostetricia A.R.N.A.S. Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli e Responsabile Ambulatorio, multidisciplinare per la diagnosi e cura dell’endometriosi. Giuseppe Ettore ha sottolineato quanto l’endometriosi sia una patologia ancora poco conosciuta e difficile da diagnosticare, in particolare si è soffermato sul ritardo diagnostico della malattia, valutato dai cinque agli otto anni. “L’obiettivo fondamentale da raggiungere è quello di garantire a tutte le pazienti affette da endometriosi e dolore pelvico cronico una cura personalizzata che tenga conto dei sintomi, dello stadio della malattia, della qualità di vita della donna e del desiderio di fertilità” ha aggiunto Ettore.

L’endometriosi è associata a condizioni di infertilità di coppia, essendo causa di sub-fertilità o infertilità nel 40/50% dei casi, rendendo l’impatto della malattia sulla società notevole e connesso alla riduzione della qualità della vita e a costi diretti e indiretti. In Italia, tale spesa ammonta complessivamente a 6 miliardi, di cui 33 milioni per giornate lavorative perse, 126 milioni per le cure farmacologiche e 54 milioni per il trattamento chirurgico. Ettore snocciola diversi dati delle pazienti affette dalla patologia: ne soffre il 12% della popolazione generale, in particolare sono 14 milioni le donne affette nell’Unione europea, di queste 3 milioni in Italia e 5.5 milioni in Nord America e 150 milioni di donne nel mondo. “L’endometriosi è una patologia endocrina che altera alcuni parametri endocrini come la resistenza al progesterone perché c’è uno stato infiammatorio” afferma Ettore che sottolinea l’importanza di “ascoltare” i sintomi come il dolore legato al ciclo, il dolore non responsivo ai FANS e la dismenorrea severa in adolescenza al fine di poter effettuare una diagnosi.

Un momento del webinar “Endometriosi: stato dell’arte in Sicilia”

I sintomi tipici della malattia sono: la dismenorrea, ossia una mestruazione dolorosa abbondante, i dolori durante i rapporti sessuali e alla defecazione, ma spesso l’endometriosi è asintomatica e viene individuata solo nel corso di un’ecografia eseguita di routine o grazie a un intervento laparoscopico. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono, però, migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità. Dell’importanza della formazione e dell’informazione ha parlato Antonio Maiorana, Direttore dell’U.O.C Ginecologia e Ostetricia A.R.N.A.S. Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli e Responsabile Ambulatorio, multidisciplinare per la diagnosi e cura dell’endometriosi che ha evidenziato il ruolo della storia clinica delle singole pazienti. “La terapia medica per contrastare la patologia consiste nell’assumere farmaci antinfiammatori non steroidei oppure pillole contraccettive in regime continuativo” ha dichiarato Maiorana.

Nel corso del webinar ci si è soffermati sull’importanza della legge regionale n. 27/2019 “Disposizioni per la tutela e il sostegno delle donne affette da endometriosi” che si è posta l’obiettivo di migliorare la qualità dell’offerta di salute di genere dal punto di vista clinico e sociale. All’articolo 1 recita: “La Regione garantisce la possibilità per tutte le pazienti di poter eseguire indagini strumentali di alto livello eseguite da esperti in endometriosi ed adenomiosi, attraverso l’attività coordinata dei centri specialistici regionali di riferimento per la diagnosi e il trattamento della patologia” e all’articolo 2 prevede che “La Regione assicura la possibilità di eseguire gli interventi chirurgici per la cura e il trattamento della malattia ad elevato rischio nei centri specializzati di riferimento regionali”. La legge istituisce, presso l’Assessorato della Salute, un Osservatorio e un Registro Regionali con l’obiettivo strategico di monitorare gli aspetti fondamentali della malattia e potenziare le conoscenze e i livelli di assistenza nonché due centri di riferimento regionali: l’Arnas Ospedale Civico di Palermo e l’Arnas Garibaldi di Catania.

Chiara Catalano, volontaria dell’Associazione Progetto Endometriosi (APE) ha presentato l’associazione nata nel 2005 da un gruppo di donne affette dalla patologia con la finalità di diffondere informazioni e conoscenza sulla malattia. Tra le iniziative di APE c’è il Progetto ComprendEndo che mira a condurre campagne di sensibilizzazione nelle scuole ed è stata la prima associazione italiana selezionata da Agenas per un progetto ministeriale. Tra i relatori dell’evento, organizzato per definire lo stato dell’arte della diagnosi dell’endometriosi in Sicilia, Antonio Simone Laganà, Coordinatore della commissione Endometriosi dell’European Society of Human Reproduction and Embryology; U.O. Ginecologia e Ostetricia, A.O.U. Policlinico “Paolo Giaccone”, Dipartimento di Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza “G. D’Alessandro”, Università degli Studi di Palermo che si è soffermato sulle nuove linee guida dell’endometriosi e sul management della paziente affetta da endometriosi. “Non conosciamo l’esatta patogenesi della malattia, non abbiamo una cura definitiva, ad oggi i trattamenti farmacologici consentono solo un sollievo temporaneo che scompare rapidamente dopo l’interruzione della malattia” ha aggiunto Laganà.

Del ritardo diagnostico e delle ricadute psicologiche della patologia ha parlato Chiara Scattina, psicologa psicoterapeuta. Per la psicologa, il ritardo diagnostico è accompagnato da etichettamento o colpevolizzazione del vissuto doloroso della donna con conseguente: chiusura sociale, sentimenti di frustrazione, vissuto di fallimento, senso di impotenza e cronicizzazione dello stress. La psicoterapeuta ha evidenziato il ruolo fondamentale di un approccio integrato e multidisciplinare che favorisce la gestione della paziente e della sua qualità di vita, mettendo sotto la giusta luce sia gli aspetti medici che i risvolti psicologici, relazionali, sociali e considerando la donna nella sua unicità. Martina Scavone, biologo nutrizionista ha analizzato sia lo stile di vita sia l’alimentazione antinfiammatoria che dovrebbero adottare le donne affette da endometriosi con particolare riferimento alle linee guida nutrizionali.

 

Al CEFPAS gli esperti si confrontano sullo stato dell’arte dell’endometriosi in Sicilia

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