CEFPAS

Centro per la Formazione Permanente e
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Sempre più donne giocano d’azzardo, come riconoscere i segnali della dipendenza: l’intervista a Francesca Picone e Manfredi Zammataro

Francesca Picone, Direttore Psichiatria UOC modulo 9 Dipartimento Salute Mentale, Dipendenze patologiche e NPIA presso l’ASP Palermo

Sono terminate le quattro edizioni del modulo base del Progetto Regionale di Formazione per la Prevenzione del gioco d’azzardo patologico (FORGAP 2022/2023): a Enna il 20 e 21 febbraio, a Caltanissetta il 29 febbraio e il 1° marzo, a Siracusa il 19 e 20 marzo e a Catania il 26 e 27 marzo. Con D.A n° 747 del 13/09/22, il DASOE Assessorato Regionale della Salute, Servizio 5 Promozione della Salute, ha dato mandato al CEFPAS di realizzare percorsi formativi rivolti agli operatori sociali e sanitari impegnati a vario titolo nel contrasto al GAP in adempimento dell’obiettivo 4.1 del Piano regionale 2018-2019 Gioco d’Azzardo Patologico (GAP). Le attività formative e di supporto previste dal Progetto costituiscono prosecuzione del progetto FORGAP realizzato dal CEFPAS tra il mese di gennaio e luglio 2022. Al modulo base seguirà quello specialistico che sarà avviato nel luglio 2024. Abbiamo intervistato il Responsabile scientifico Francesca Picone, Direttore Psichiatria UOC modulo 9 Dipartimento Salute Mentale, Dipendenze patologiche e NPIA presso l’ASP e uno dei docenti, l’avvocato Manfredi Zammataro, già componente dell’Osservatorio Nazionale sulle dipendenze e sul Gioco d’Azzardo Patologico presso il Ministero della Salute e attualmente componente dell’Osservatorio Regionale sul Gioco D’Azzardo Patologico presso la Regione Siciliana. La prossima edizione del progetto FORGAP si svolgerà a Palermo il 16 e 17 aprile.

Intervista a Francesca Picone

  • Qual è l’obiettivo del Progetto Regionale di Formazione per la Prevenzione del gioco d’azzardo patologico realizzato dal CEFPAS?

L’obiettivo generale dell’attività formativa è quello di fornire agli operatori impegnati a vario titolo nella prevenzione, cura e riabilitazione del Disturbo da Gioco d’Azzardo una piattaforma di formazione e supporto permanente per l’aggiornamento e il lavoro di rete tra tutti i servizi del territorio siciliano, nonché di realizzare approfondimenti rispetto al programma concluso nel luglio 2022 e di creare uno spazio di condivisione e scambio di buone pratiche tra le eccellenze regionali e nazionali con momenti laboratoriali di lavoro comune e di riflessione su casi clinici.

  • Cosa si intende per gioco d’azzardo patologico e come riconoscere i segnali di una dipendenza?

Il Gioco d’azzardo patologico, oggi secondo il DSM-5, Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA), viene definito come un comportamento problematico, persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo. Si presenta per un periodo di 12 mesi e comporta disagio e compromissione clinicamente significativi, i cui sintomi (almeno quattro per effettuare la diagnosi) sono i seguenti:

  1. Bisogno di quantità sempre maggiori di denaro affinché si arrivi all’eccitazione desiderata;
  2. Sensazione di agitazione ed irritabilità nel tentativo di ridurre il gioco;
  3. Si attuano continui tentativi vani di controllare, ridurre o smettere il gioco;
  4. Continua preoccupazione relativa al gioco d’azzardo;
  5. Gioca molto spesso per nascondere il proprio disagio;
  6. Quando perde, vi è più probabilità che vada a ritentare;
  7. Si attuano menzogne pur di nascondere l’entità del coinvolgimento con il gioco;
  8. È molto probabile perdere una relazione significativa, il lavoro proprio per il gioco d’azzardo;
  9. Chiede molto spesso denaro agli altri per recuperare le situazioni finanziarie causate dal gioco d’azzardo.

Rientra nelle cosiddette dipendenze comportamentali, chiamate così perché la persona dipende da un comportamento, e non da una sostanza. La dipendenza comportamentale, secondo Mark Griffith (2005), viene stabilita tramite sei criteri: preminenza (prevalenza del comportamento nella vita della persona), ripercussioni sul tono dell’umore (conseguenze emotive della dipendenza), tolleranza (accentuazione del comportamento per causare  effetti di sufficiente intensità), segnali di astinenza (conseguenze fisiche spiacevoli in mancanza di tale comportamento), conflitto (ostilità interpersonali a causa della dipendenza instaurata o inconciliabilità con altre attività personali) e recidiva (possibilità di ricadute nel disturbo dopo aver sospeso tale comportamento).

  • Quali sono le nuove tendenze emerse in relazione al GAP legate alle nuove tecnologie e al gioco online? E quali sono invece quelle legate al genere femminile?

Il gambling online, conosciuto anche come Internet Gambling o iGambling, è un termine generale con cui vengono indicati i diversi modi di giocare d’azzardo tramite internet. I giochi più utilizzati sul web sono: slot machine, poker, casinò, scommesse sportive, “mobile gambling” (giochi disponibili per tablet e smartphone), bingo e lotteria. Nell’era multimediale chiunque sia in possesso di un computer, di un collegamento a internet e di una carta di credito può correre il rischio di diventare un giocatore compulsivo. Il gioco on-line è estremamente pericoloso proprio perché, nella solitudine della propria casa, in completo anonimato, il giocatore ha 24 ore su 24 la possibilità di accedere al gioco d’azzardo. In questo modo il comportamento si può trasformare in un rituale solitario, e, facilmente, instaurare una dipendenza comportamentale. Anche in questi casi, come nelle altre patologie da media (shopping on-line, internet disorder, dipendenza da cellulare o social network, dipendenza da sesso virtuale) il soggetto finisce per trascurare quelli che sono gli impegni lavorativi o di studio oltre che i rapporti sociali e familiari. Il gioco d’azzardo virtuale coinvolge in modo significativo anche la fascia adolescenziale: secondo uno studio condotto su adolescenti italiani tra i 15 e i 19 anni che hanno dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita (dati forniti dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, Ifc-Cnr), il 15,6% sono giocatori d’azzardo online. L’internet gambling negli ultimi anni ha avuto un forte incremento grazie anche a seguito dei provvedimenti di chiusura degli esercizi di offerta di gioco d’azzardo su rete fisica connessi alle misure di contrasto al Covid-19 e si è ulteriormente incrementato a fine della pandemia.

Il tema dell’approccio di genere alla salute femminile, in relazione alla salute mentale e al disturbo da gioco d’azzardo è di fondamentale importanza. Le donne con un problema di dipendenza da gioco sono da tempo in sensibile aumento, anche in relazione all’espandersi di un mercato sia del gioco fisico sia dell’online, e della tecnologia, che le individua sempre più come target privilegiato, ma proprio per lo stigma che si accompagna a questi comportamenti, quando sono riferiti alla popolazione femminile, i problemi ad esso correlati e la richiesta di aiuto rimangono sommersi, sottostimati e inascoltati, non permettendo di coglierne la specificità. Le difficoltà/patologia vengono spesso negate, non considerate o in alternativa connotate in modo estremamente negativo, “cattiva madre, moglie inadeguata e viziosa, figlia depravata”. Sono tante le tipologie di donne giocatrici, varie età e ceti sociali, giovani mamme che si ritrovano al bar dopo aver portato i figli a scuola, casalinghe di mezza età, ma anche professioniste e, soprattutto, pensionate che hanno grattato per la prima volta con le amiche al bar davanti al cappuccino… e che ora non arrivano con la pensione a fine mese, mamme con i bimbi in braccio davanti alle slot… (alla faccia del gioco vietato ai minori). Le motivazioni al gioco sono solo in minima parte radicate in una vulnerabilità pregressa (comorbilità): per lo più hanno radici nel bisogno di sfuggire sentimenti negativi (ansia, depressione), di combattere la solitudine, di compensare l’isolamento sociale, di acquisire appartenenza, di colmare un vuoto affettivo (nido vuoto), di darsi un risarcimento in relazione a una perdita (affettiva, economica, di autonomia fisica), e soprattutto nel bisogno di poter affrontare in modo più “leggero” la pressione quotidiana in relazione al ruolo di cura e alle preoccupazioni connesse.

  • Quali sono gli aspetti neurobiologici legati al GAP e qual è il ruolo dello stress nella manifestazione della dipendenza?

La neurobiologia del Disturbo da gioco d’Azzardo è collegata al sistema di ricompensa e rinforzo, basato principalmente sulle proiezioni mesocorticolimbiche della dopamina, con il nucleo accumbens. È un’area importante anche per lo sviluppo di altre dipendenze patologiche e di comportamenti additivi. La neurobiologia dell’apprendimento legato alla ricompensa nel Disturbo da Gioco d’Azzardo è stata compresa solo parzialmente. La dopamina svolge un ruolo chiave nel processo, ma agisce assieme ad altri sistemi di trasmissione, come quelli legati alla serotonina ed al glutammato e questi sistemi sono collegati, e agiscono in correlazione tra loro.

Si ipotizza che, siccome l’apprendimento legato alla ricompensa è mediato dalla dopamina, i farmaci dopaminergici, ed in generale alcune sostanze che agiscono direttamente o indirettamente sul sistema della dopamina, stimolandolo, possano portare ad un aumento della percezione di ricompensa, legata a determinati comportamenti, tra cui il gioco, diminuendo la capacità critica di autocontrollo. Le persone con problemi di gioco d’azzardo rispetto alla media hanno subito più frequentemente traumi infantili come l’abuso fisico o la violenza a casa. I percorsi di cura e riabilitazione dovrebbero affrontare meglio questo fattore di stress profondo. Traumi, abusi, violenze, stress cronico nell’infanzia producono ferite, lesioni sullo sviluppo del macchinario cerebrale che media l’autocontrollo, la regolazione delle emozioni, le capacità di fronteggiare relazioni, ambienti, fattori di stress e in questo modo stabilisce una debolezza, una vulnerabilità: la suscettibilità a sviluppare una certa gamma di disturbi psicologici da adulti.

Ciò peraltro induce la persona già vulnerabile a ricorrere a meccanismi di difesa che affaticano cronicamente o diminuiscono ulteriormente le capacità di regolazione dell’Io, i livelli di competenza nella gestione degli eventi stressanti, delle sue azioni, della sua stessa vita mentale. Alcuni degli effetti del gioco d’azzardo sulle dinamiche emotive riescono a produrre una momentanea azione di compensazione dei deficit affettivi, della difficoltà di gestire le emozioni disturbanti e della capacità di provare piacere, di sentirsi coinvolti e motivati rispetto all’ambiente e alle relazioni. Il gioco d’azzardo, come il consumo di droghe e sostanze psicoattive anche legali, certi disturbi del comportamento alimentare possono per questo rappresentare una strategia di automedicazione rispetto alla disregolazione della propria vita affettiva ed emotiva, al dolore di una ferita aperta subita nel passato.

  • Come supportare le famiglie di coloro che soffrono questa patologia?

Il gioco d’azzardo patologico espone ad un’elevata capacità traumatogena tutti i membri della famiglia che vivono con il giocatore. Innanzitutto, bisogna aumentare le conoscenze e la sicurezza entrando in possesso di più informazioni di quelle di cui essi dispongono. La conoscenza e la comprensione possono ridurre in modo significativo lo stress. Le informazioni dovrebbero aiutare a chiarire le paure e le incomprensioni che si possono avere. I familiari del giocatore osservano, infatti, cambiamenti che non riescono ad interpretare, nell’umore nei comportamenti, frequenti litigi per le difficoltà economiche, fantasie di “tradimento”, perdita della fiducia, violenza familiare, esperienze cicliche di illusioni/delusioni, incertezza che determina ansia, paura e stress cronico. Numerose sono oggi le evidenze a favore di un lavoro clinico col nucleo familiare del giocatore patologico: la crisi della coppia e del nucleo familiare; la necessità di tutelare i minori coinvolti; la necessità di ‘fare i conti’, sia dal punto di vista affettivo che finanziario, in modo da salvaguardare i legami e consentire una risignificazione affettiva; lo svelamento dei ‘giochi’ familiari che alimentano il craving e il DGA; la necessità di decostruire il DGA come ‘storia dominante nella vita familiare’.

  • In che modo fornirete agli operatori impegnati a contrastare il GAP una piattaforma di formazione e supporto permanente per l’aggiornamento e il lavoro di rete tra tutti i servizi del territorio siciliano?

Il tentativo è quello di creare una rete di scambi sulla base della letteratura scientifica più accreditata, nonché sulla base delle esperienze dirette, che possa rappresentare una piattaforma e supporto permanente in costante sviluppo. 

Intervista a Manfredi Zammataro

Manfredi Zammataro, già componente dell’Osservatorio Nazionale sulle dipendenze e sul Gioco d’Azzardo Patologico presso il Ministero della Salute e attualmente componente dell’Osservatorio Regionale sul Gioco D’Azzardo Patologico presso la Regione Siciliana
  • Quali sono le consulenze legali e finanziarie maggiormente richieste da coloro che soffrono di questa patologia?Sicuramente, al primo posto abbiamo la richiesta di consulenze legali e finanziarie finalizzate a trovare delle soluzioni riguardanti la gestione dei debiti accumulati a causa del gioco d’azzardo al fine di proteggere i propri beni da eventuali azioni legali poste in essere da parte dei creditori. Purtroppo un dato che, come addetti ai lavori registriamo, è che il ludopatico spesso chiede aiuto quando è ormai travolto dai debiti. In tale contesto accade che egli sia costretto in seguito al pignoramento dei propri beni dai propri creditori, come ad esempio. Banche o privati, ad una vendita forzata all’asta a volte in particolare dell’immobile in cui vive con la famiglia con effetti negativi di destabilizzazione dell’equilibrio familiare.
  • Quanto incide il fenomeno nella nostra Regione?Partiamo da un dato: la Sicilia è la seconda regione in Italia per spese pro-capite in ludopatia. È quanto emerso da un’indagine svolta nel 2023 da Federconsumatori e Cgil in collaborazione con la Fondazione Isscon. Sulle cifre economiche del fenomeno del GAP (Gioco d’Azzardo Patologico), la Sicilia si è attestata come seconda Regione in Italia per euro spesi nel gioco d’azzardo online: 8,67 miliardi l’anno. Inoltre, non possiamo non evidenziare come il contesto socio-economico del territorio siciliano sia anche ad alto rischio di sovraindebitamento. I dati della Cgia di Mestre 2023 parlano chiaro: la media regionale di aumento dell’indebitamento in Sicilia per singola famiglia è stata del 2,6% in più nel 2022 rispetto all’anno precedente, per oltre 31 miliardi di euro di debiti contratti. Mediamente, una famiglia siciliana ha sulle proprie spalle un debito di 15.181 euro. Nel rapporto BES (Benessere Equo e Sostenibile) dell’Istat per la Regione Siciliana, anno 2023, quasi tutti gli indicatori riferiti a “Istruzione e Formazione” posizionano la Sicilia su livelli inferiori a quelli del Mezzogiorno e ancora di più rispetto alla media nazionale. I maggiori divari si rilevano nella quota dei giovani che non lavorano e non studiano (Neet), che in Sicilia nel 2022 è pari al 32,4% (percentuale più elevata che nelle altre regioni). Inoltre, come rileva sempre il medesimo rapporto, il profilo della Sicilia nel dominio “Lavoro” è generalmente caratterizzato da livelli di benessere decisamente inferiori alla media nazionale e al complesso del Mezzogiorno. Nella regione il tasso di occupazione delle persone tra i 20 e i 64 anni si attesta al 46,2% nel 2022, ovvero 18,6 punti percentuali in meno della media-Italia (4,3 punti in meno del Mezzogiorno) e il livello di mancata partecipazione al lavoro è al 35,3%, più del doppio di quello nazionale (5,5 punti percentuali in più della media del Mezzogiorno). Le stesse distanze si osservano per i giovani tra i 15 e i 29 anni, per i quali il tasso di occupazione (20,7%) e il tasso di mancata partecipazione al lavoro (55,1%) fanno registrare differenze rispettive di -13,1 e +25,6 punti percentuali in confronto ai valori nazionali. Purtroppo i dati non migliorano neppure in merito al “Benessere Economico” (retribuzione media annua, pensioni, etc.) e alla maggiore vulnerabilità finanziaria delle famiglie siciliane rilevata dal rapporto. È evidente che si tratta di una situazione socio-economica esplosiva che crea un evidente terreno fertile per la diffusione incontrollata del gioco d’azzardo patologico.
  • Che legame esiste tra gioco d’azzardo patologico, sovraindebitamento e usura?

Questi fenomeni, apparentemente diversi l’uno dall’altro, sono in realtà legati tra di loro da un sottile filo rosso rappresentato dallo stato di costante crisi economica in cui versano le vittime di ludopatia, di sovraindebitamento e di usura e che li costringe ad una incessante ricerca di denaro. È noto, infatti, che le persone che soffrono di dipendenza dal gioco d’azzardo spesso finiscono per indebitarsi pesantemente per finanziare la loro dipendenza. Sul punto, non posso non sottolineare i dati pubblicati dal Report ISS (2016-2018) e dal CNR (2022) dalla cui lettura emerge che un giocatore problematico tende a contrarre prestiti con società finanziarie e privati rispettivamente 7 e 15 volte più frequentemente rispetto ai non giocatori e il 5,8 % dei giocatori problematici ha ottenuto la cessione di un quinto dello stipendio per ripagare i propri debiti.  Inoltre, la pandemia da Covid-19 prima e l’aumento del costo della vita poi, dovuto all’incremento dei prezzi dei mutui e all’impennata delle bollette, hanno deteriorato il potere d’acquisto delle famiglie siciliane, esponendole a situazioni di disagio, di marginalità, di povertà diffusa e di sovraindebitamento. Tale contesto spinge famiglie e individui a ricercare nella “sorte” una soluzione al proprio disagio economico, con il concreto rischio di consegnare tali soggetti a un circolo vizioso di dipendenza e di ulteriore impoverimento, indebitamento e rischio usura.

  • Cosa prevede la legge n. 3/2012, cosiddetta legge anti suicidi?La legge n.3 del 2012 conosciuta anche come “legge anti suicidi” – adesso confluita all’interno del “codice della crisi di impresa” – rappresenta una normativa importante per aiutare famiglie e imprenditori ad uscire dalla situazione di sovraindebitamento, per scongiurare fallimenti o il ricorso a usurai o ancora peggio a gesti estremi. Una legge che, se conosciuta, consente a chi si trova nel vortice dei debiti di riprendere in mano la propria vita. Nello specifico, la normativa sul sovraindebitamento prevede alcuni strumenti come la “liquidazione controllata del patrimonio”, la “ristrutturazione dei debiti del consumatore”, il “concordato minore” e la “esdebitazione dell’incapiente” che, se attuati correttamente, offrono la possibilità, anche a chi ha perso tutto, ovvero a chi non ha alcun patrimonio, di poter cancellare i propri debiti, consentendo di poter uscire una volta per tutte dalla morsa del sovraindebitamento. Il vero problema è che queste leggi dovrebbero essere maggiormente diffuse tra la gente perché, spesso, non sono conosciute né dagli operatori del settore né dai cittadini.
  • Come dare supporto sociale al paziente e alle famiglie in difficoltà in base al Decreto n.136 del 16 luglio 2021 del Ministero della salute “Regolamento recante adozione delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico”?Il Decreto n.136 del 16 luglio 2021 del Ministero della salute sottolinea l’importanza di garantire prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione alle persone affette da ludopatia. Per dare supporto sociale al paziente e alle famiglie in difficoltà, in base a questo Decreto, è fondamentale attuare le seguenti linee di azione. In primis: creare un piano di intervento personalizzato per ogni paziente ludopatico che includa il supporto psichiatrico, psicologico, legale e sociale, fino a trattamenti sanitari ove necessitino; poi coinvolgere attivamente le famiglie nel percorso di cura del paziente, fornendo loro informazioni sui sintomi e sulle conseguenze del gioco d’azzardo patologico e offrendo loro supporto psicologico e giuridico-finanziario. Poi, promuovere la formazione e la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo patologico tra operatori sanitari, educatori, assistenti sociali e altri professionisti che possono essere coinvolti nella cura del paziente; favorire la creazione di gruppi di sostegno e di auto-aiuto per i pazienti ludopatici e per le loro famiglie e collaborare con enti, associazioni e organizzazioni che si occupano del gioco d’azzardo patologico per garantire un maggiore sostegno e un approccio integrato alla cura del paziente.
    È importante che le istituzioni sanitarie e sociali lavorino insieme per garantire un approccio olistico alla cura del paziente ludopatico che tenga conto sia degli aspetti medici che di quelli psicologici e giuridico finanziari. Solo così sarà possibile dare un efficace e concreto supporto al paziente e alla sua famiglia spesso travolta dai debiti contratti dal familiare ludopatico.
  • Ci sono delle associazioni alle quali queste persone si possono affidare?Il coinvolgimento del Terzo settore qualificato diventa determinante nel successo delle politiche di contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo patologico e del sovraindebitamento. L’art. 55 del Codice del Terzo settore sancisce, infatti, il principio secondo cui le amministrazioni pubbliche, nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi e dei servizi nei settori di attività di cui all’articolo 5, assicurano il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore, attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione, accreditamento nel rispetto dei principi della legge 241/1990. È pertanto, necessario affrontare il problema attraverso quello che viene definito “approccio multidisciplinare”. In poche parole, mediante un modello di intervento che si basa sull’offrire al soggetto ludopatico e sovraindebitato, un percorso che preveda, oltre alla riabilitazione sanitaria, già effettuata dai SerT, anche una “riabilitazione economico-sociale” mediante il sostegno giudiziario previsto dalla legge 3/12 e s.m.i (successive modifiche ed integrazioni, ndr) ai soggetti dipendenti da gioco, per il pagamento “organizzato” dei propri debiti e se necessario il reinserimento al lavoro. L’obiettivo deve essere quello di mettere in rete i servizi sanitari, sociali e il percorso di recupero economico. In questa rete il ruolo proattivo e di raccordo del Terzo settore professionalizzato emerge con forza. Tale approccio multidisciplinare è finalizzato a dare risposte concrete all’insieme sistemico di gravi danni causati dal Disturbo da gioco d’azzardo patologico (danni finanziari, relazionali, danni sulla salute fisica ed emotiva della persona direttamente implicata e delle reti familiari, conseguenze giudiziarie, riflessi nell’ambiente di lavoro). Certamente in questa ottica sono dei player fondamentali le associazioni dei consumatori, le associazioni antiusura e le associazioni dei familiari di soggetti affetti da Gioco d’Azzardo Patologico.
  • In che modo è possibile fare prevenzione coinvolgendo la rete dei servizi presenti nel territorio come i comuni, le scuole e le ASP?È necessario lavorare alla realizzazione di piani di intervento e di sensibilizzazione della popolazione con particolare impegno nei confronti della fascia giovanile. È evidente come in tale contesto, diventa fondamentale il coinvolgimento delle “comunità educanti” (scuole, parrocchie, università) con l’obiettivo di predisporre adeguati programmi destinati alle fasce adolescenziali e giovanili sui temi della ludopatia, della legalità e sul corretto utilizzo del denaro. In particolare, su quest’ultimo aspetto, giova evidenziare come nel nostro Paese vi è un serio problema di alfabetizzazione finanziaria. Sul punto, basta leggere i dati di Eurobarometer del 2023 per rendersi conto che il livello di educazione finanziaria degli italiani è uno dei più bassi rispetto alla media degli altri Paesi Europei. L’Italia si colloca infatti al 17° posto su 27 per percentuale di persone che hanno un’elevata alfabetizzazione finanziaria. Non è un caso, infatti, che in Italia abbiamo registrato, in questi anni, una crescita esponenziale di richieste di accesso al credito al consumo, per l’acquisto rateizzato di beni di facile deperimento o peggio ancora per il gioco d’azzardo. Fa ben sperare l’approvazione a febbraio da parte del Parlamento Italiano di un disegno di legge che prevede l’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici. È utile precisare, infatti, come un buon livello di alfabetizzazione finanziaria è fondamentale per rendere le persone più consapevoli sul corretto utilizzo delle proprie risorse economiche e quindi per prevenire comportamenti incauti nel campo finanziario.

L’intervista è stata realizzata da Ilenia Inguì, Dirigente Servizio Comunicazione del CEFPAS.

Sempre più donne giocano d’azzardo, come riconoscere i segnali della dipendenza: l’intervista a Francesca Picone e Manfredi Zammataro

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