
Rendere concreta la realizzazione nelle aziende sanitarie delle indicazioni fornite dal PNRR e dal DM 77 e sviluppare le competenze tecnico professionali per la presa in carico delle famiglie e delle comunità in linea con le declinazioni previste nel DA 989/2021 e nel DM 77/2022. Questi gli obiettivi generali del webinar dal titolo “Programmi formativi su applicazione DM77 e su infermieri di famiglia e di comunità” del 18 dicembre in videoconferenza tramite piattaforma CEFPAS, che è stato rivolto alle Direzioni Strategiche delle aziende del SSR, ai Direttori di Distretto e ai Dirigenti Infermieristici delle aziende sanitarie provinciali del SSR.
Dopo i saluti di Salvatore Iacolino, Dirigente generale DPS, Assessorato regionale della Salute, è intervenuto Salvatore Requirez, Dirigente Generale DASOE, Assessorato della Salute Regione Siciliana, che ha dichiarato: “L’iniziativa rientra a pieno titolo tra i programmi formativi che uniscono la gestione del CEFPAS e quella dei dipartimenti del nostro assessorato. Dobbiamo capire come dare una collocazione funzionale e ottimale all’infermiere di famiglia che interagisce con tutti gli attori e le risorse che sono presenti nelle comunità e diventa la figura che garantisce la risposta assistenziale all’insorgenza dei nuovi bisogni sanitari. Dobbiamo cercare in maniera omogenea di dare indirizzi operativi e di formare questa nuova figura che riceve un forte orientamento alla gestione proattiva della salute, inoltre, dobbiamo considerarli come soggetti che hanno facoltà di decidere, di promuovere e di avere una gestione partecipativa ai processi individuali, familiari e di comunità di questo nuovo sistema”.
Il D.L. n.34 del 19/05/2020, convertito con il D.M. n.77 del 17/07/2020, all’articolo 5, ha introdotto ufficialmente la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità. La Regione siciliana ha provveduto all’approvazione delle “linee di indirizzo regionali infermiere di famiglia e di comunità” e affida al CEFPAS la definizione e la realizzazione di uno specifico programma formativo. A presentare il DM 77 è stata Maria Lucia Furnari, Dirigente del Servizio 2 DASOE, Assessorato della Salute Regione Siciliana che ha detto: “È necessaria una rimodulazione delle reti assistenziali, delle strutture complesse ospedaliere e un rilancio del territorio. Per quest’ultimo, occorre un modello assistenziale sensibilmente differente da quello centrato sull’ospedale, orientato verso un’offerta territoriale, che valorizzi un approccio più focalizzato sul contesto di vita quotidiana della persona. È fondamentale dunque potenziare i servizi assistenziali territoriali quali punti di riferimento per la risposta ai bisogni di natura sanitaria, sociosanitaria e sociale per la popolazione di riferimento”. Furnari ha sottolineato come nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la missione 6 – Salute abbia tra gli obiettivi generali quelli di allineare i servizi ai bisogni della comunità, integrare servizi sanitari e sociali, superare la frammentazione e la mancanza di omogeneità dei servizi sanitari offerti sul territorio, rafforzare i servizi sanitari di prossimità, secondo un approccio “one health”, innovare la struttura tecnologica e digitale del SSN, migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, promuovere la ricerca e l’innovazione in ambito sanitario. La Dirigente del DASOE ha illustrato l’importanza e il ruolo della Casa di Comunità (CdC) ossia il luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria a valenza sanitaria. La CdC è una struttura facilmente riconoscibile e raggiungibile dalla popolazione di riferimento, per l’accesso, l’accoglienza, l’orientamento dell’assistito, la progettazione e l’erogazione degli interventi sanitari. Sulla figura dell’infermiere di comunità, il DM 77 prevede un infermiere di famiglia o comunità ogni 3000 abitanti. Si tratta di una figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica ai diversi livelli di complessità in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera, perseguendo l’integrazione interdisciplinare, sanitaria e sociale dei servizi e dei professionisti e ponendo al centro la persona. L’infermiere di comunità interagisce con tutti gli attori e le risorse presenti nella comunità ed è un professionista con un forte orientamento alla gestione proattiva della salute.
“Questi corsi formativi sono fondamentali come quello sulle famiglie e sulle comunità che rappresentano un’innovazione e quello sui direttori di distretto che hanno in mano la trasformazione e devono gestire la determinazione del fabbisogno” ha rimarcato Francesco La Placa, Dirigente del Servizio 8 DPS e ha continuato: “Abbiamo fatto una convenzione con Agenas e abbiamo cominciato un percorso di affiancamento per il quale sono stati selezionati, per ogni azienda sanitaria provinciale, dei distretti all’interno dei quali realizzare le prime forme di case di comunità, i primi ospedali di comunità e di COT (Centrali operative territoriali).
“Il DM 77 prevede una classificazione della popolazione che, in base al monitoraggio dei fattori di rischio, alla gestione integrata delle malattie croniche e delle complessità cliniche, restituisca una mappa dello stato di salute e di tutta la popolazione agendo in termini di prevenzione, di diagnosi e di cura” ha spiegato Giuseppe Noto, medico esperto di sistemi organizzativi e clinical governance, con esperienze di direzione a livello regionale, aziendale e distrettuale e responsabile scientifico insieme a Vincenzo Lucio Mancuso, Referente Aziendale Cure Domiciliari ASP AG; Componente Tavolo Regionale Sicilia DM 77 che ha evidenziato gli ambiti prevalenti dell’azione dell’infermiere di famiglia/di comunità: la prevenzione primaria ossia l’infermiere verifica la possibile presenza di fattori dannosi o di minacce alla salute e lavora attivamente per evitare che questi colpiscano le famiglie, attraverso l’educazione sanitaria e il sostegno e con appositi interventi informativi; la prevenzione secondaria: l’infermiere è attivamente coinvolto nei programmi di screening in costante collegamento con i relativi servizi dedicati e la prevenzione terziaria: l’infermiere è coinvolto nella riabilitazione e nella ricostruzione delle risorse difensive della famiglia/comunità e quindi nella prevenzione delle complicanze e delle recidive. Infine, Mancuso ha illustrato gli obiettivi del percorso formativo tra cui lo sviluppo di competenze tecnico professionali per la presa in carico delle famiglie e delle comunità, alla promozione del loro benessere e di fornire una prospettiva “sistemica” che integri ambiti organizzativi e di rete ai correlati strumenti di clinical governance.