CEFPAS

Centro per la Formazione Permanente e
l'Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario

Disabili al lavoro

Il progetto nasce come bisogno di valorizzare e mettere in pratica  due importanti provvedimenti legislativi che hanno caratterizzato il settore dell’inserimento lavorativo delle persone disabili. Si vuole fare riferimento al DL 469 del 23.12.1997 “Conferimento alle regioni e agli enti locali di funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro” e soprattutto alla nuova legge n. 68 del 12 marzo 1999 a favore dell’inserimento lavorativo delle persone disabili. La nuova legge prevede il collocamento mirato e, attraverso le convenzioni con il collocamento mediato, richiederà la presenza sul territorio di operatori con specifiche competenze di analisi  (organizzativa ed ergonomia) delle imprese e parallelamente di individuazione delle capacità umane e professionali presenti o acquisibili nei giovani disabili. Le esperienze di successo sull’inserimento lavorativo in diverse regioni d’Italia sembra indicare tra i fattori indispensabili, la presenza sul campo di figure professionali denominati  “Operatori della mediazione” con specifiche competenze professionali di base sul versante della valutazione delle persone disabili, sul versante dell’analisi ergonomica e organizzativa delle aziende e sul versante della progettazione dei percorsi di avvicinamento al ruolo lavorativo, competenti quindi nel favorire l’incontro tra l’universo della disabilità e il sistema produttivo.

Premessa e contesto 

Ai fini dell’illustrazione della coerenza dell’intervento proposto con le politiche regionali appare opportuno una breve menzione del contesto regionale  e della programmazione posta in essere per il periodo 2000-2006, in quanto nell’ambito di tali politiche, le problematiche del terzo settore  intervengono trasversalmente nei vari assi in cui è divisa la strategia di intervento, vuoi ai fini del sostegno all’emersione del lavoro irregolare, ai fini della promozione dell’integrazione sociale e del trasferimento di valori quali la solidarietà e la crescita sociale, ma soprattutto nell’ambito della promozione oltre che dell’imprenditoria giovanile e femminile legata al terzo settore, vista come possibile fattore su cui intervenire per incrementare l’occupazione in linea con le priorità identificate anche a livello nazionale.

Nel tentativo di superare le carenze del settore pubblico e introdurre, nel contempo, innovazioni nel settore dei servizi alla persona, si sono sviluppate nel territorio siciliano, soprattutto nella Sicilia orientale, significative esperienze di imprenditoria sociale nell’ambito di alcuni settori (servizi ospedalieri a domicilio, custodia dei bambini, aiuto ai giovani in difficoltà ai fini del loro reinserimento sociale) producendo positivi effetti a livello occupazionale, anche se ancora  per piccoli numeri.

In un sistema economico caratterizzato dalla presenza di un tessuto di piccole e medie imprese, che si trovano ad operare in un mercato globale, nel quale la conoscenza delle informazioni di varia natura costituisce elemento essenziale per la crescita e la redditività, si nota un crescente interesse verso forme di vera e propria “economia sociale”, di attività cioè non legate né all’intervento pubblico né al settore privato, che vedono il pieno coinvolgimento del terzo settore. Si può affermare che la politica siciliana è fortemente intrisa di quei caratteri che stanno alla base dell’intervento proposto. Infatti, nell’ambito della programmazione operativa regionale per il periodo 2000-2006 nella strategia suddivisa per assi spiccano a livello trasversale gli intenti di implementazione delle attività legate al terzo settore vuoi nell’ambito della valorizzazione delle risorse umane (Asse III Risorse umane), vuoi nell’ambito del miglioramento dei sistemi locali di sviluppo (Asse IV) vuoi  nell’ambito della razionalizzazione del tessuto urbano (Asse V Città).

Nell’ambito della misura 3.1.4 del POR Sicilia si fa riferimento ai gruppi più svantaggiati quali disabili, immigrati, tossicodipendenti, minoranze etniche, nuovi poveri e relativamente a queste categorie  si prevede oltre la costituzione  di azioni di animazione  territoriale e la istituzione di aiuti all’inserimento lavorativo,  la formazione degli operatori delle cooperative e delle imprese sociali per migliorare le opportunità e la qualità dell’inserimento lavorativo di questi soggetti.

Sotto la responsabilità della Regione Siciliana, (Assessorato Industria dipartimento Industria) la misura 4.1.3 intitolata “Nuova imprenditorialità giovanile, femminile e del terzo settore” ha come obiettivo quello di sostenere la nuova imprenditorialità del terzo settore oltre che quella giovanile e femminile. Le attività che la Regione siciliana porrà in essere avranno ad oggetto la creazione di piccole imprese locali operanti nel terzo settore, ed il sostegno alla nascita di nuova imprenditorialità giovanile e femminile nel sistema economico regionale.

L’Asse V Città ha come principale  finalità la razionalizzazione del tessuto urbano. Nell’ambito di tale linea politica si prevede alla misura 5.1.3 la promozione della integrazione sociale, la lotta all’esclusione nei quartieri degradati e la promozione dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi e la formazione di figure professionali finalizzate all’attuazione delle linee di intervento.

Per realizzare tali obiettivi, in un’ottica di pari opportunità, sono previste azioni di assistenza socio-sanitaria e l’implementazione di centri polivalenti da cui prendano avvio le attività di assistenza, orientamento ed inserimento lavorativo dei soggetti disabili e svantaggiati.

All’interno di queste strategie e priorità regionali il nostro progetto vuole privilegiare interventi che tutelino la autonomia dei portatori di handicap, favoriscano il loro inserimento nell’ambiente di vita e di lavoro, curino la messa a punto di percorsi individualizzati “abilitativi” e non solo assistenziali. Le nostre azioni formative e di inserimento lavorativo si integrano efficacemente alle disposizioni legislative del  DL 469 del 23.12.1997 “Conferimento alle regioni e agli enti locali di funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro” e soprattutto della legge n° 68 del 12 marzo 1999  che detta “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.

A due anni dalla sua attuazione la legge,  sia a livello nazionale che regionale, non è stata purtroppo  ancora ben recepita e su questo terreno si misureranno nei prossimi mesi le capacità dei servizi di essere protagonisti sia nella fase della messa a punto delle intese istituzionali sia nella fase della messa a regime delle metodologie attuative dei richiamati provvedimenti legislativi.

Il CEFPAS è impegnato in attività di progettazione a livello regionale, nazionale, europeo ed internazionale, anche per la realizzazione di interventi in favore dei Paesi del Mediterraneo e dei Balcani e sta portando avanti un progetto per il miglioramento continuo della qualità presso tutti gli ospedali della Sicilia.

Ha in programma la creazione di osservatori multidisciplinari con la finalità di realizzare ricerca, formazione, informazione e servizi in temi emergenti e di grande attualità sia nazionali, sia internazionali. Il primo di questi è l’OCEDUS (Osservatorio della Cittadinanza Europea per i Diritti Umani e la Salute), che è già attivo presso il nostro Centro da oltre due anni ed ha compiti di raccolta, analisi e divulgazione dati, sviluppo della ricerca, attività formative e informative sulla tutela dei diritti umani e sugli effetti della loro violazione sulla salute umana, animale ed ambientale. In particolare, l’OCEDUS pone la sua attenzione ai gruppi più vulnerabili, fra cui i disabili. Il secondo Osservatorio attivo è quello per l’Infanzia e la tutela dei diritti  dei minori nella provincia di Caltanissetta, istituito con la partecipazioni di tutti gli Enti Pubblici che si occupano delle problematiche sui minori e per i minori.

L’inserimento lavorativo delle persone disabili, costituisce una sfida di fronte alle difficoltà congiunturali, alle innovazioni tecnologiche e ai mutamenti organizzativi che caratterizzano il mondo del lavoro e dell’impresa.

Una sfida questa che spinge coloro che operano nell’ambito della formazione a interrogarsi sul proprio modo di lavorare e di fare formazione. Nella provincia di Caltanissetta da un paio di anni sono sorte le prime iniziative per la sensibilizzazione sociale e la messa in atto della legge 68/99, in particolare l’Assessorato ai Servizi Sociali della Provincia Regionale ha attivato un servizio di ricerca e di inserimento lavorativo dei disabili psichici  presso le aziende del territorio che sta realizzando i primi risultati positivi.

Alla luce di tali premesse, il Cefpas ha ritenuto significativo definire interventi di politiche attive di formazione innovativa, che favoriscano l’occupazione dei disabili per dar loro un opportunità di crescita e di promozione umana.

Il Centro ha, così promosso questa iniziativa che si lega a livello metodologico con le esperienze positive di inserimento lavorativo dei disabili in altre parti delle regioni d’Italia.

Fra le altre competenze Cefpas si occupa di impresa sociale e di consulenza manageriale. Infatti, molte attività formative, sono finalizzate a questo settore. In tale contesto, ha aderito al Patto territoriale di Caltanissetta e a numerosi progetti sia a livello comunitario che nazionale. In particolare, con la presente iniziativa si è posto l’obiettivo di divenire un centro propulsore di sviluppo delle pari opportunità, in grado di fornire la necessaria formazione di capitale umano e l’assistenza tecnica ai potenziali creatori d’impresa locali. Tale osservazione è più penetrante se si osserva la recente configurazione strutturale del lavoro nelle economie occidentali, caratterizzata dall’emergenza delle fasce deboli e della marginalità, quali categorie di lavoratori minacciati non solo e non tanto dalla crisi economica ma dai comportamenti discriminativi delle imprese.

Se il progetto proposto è stato sviluppato nell’ambito della programmazione negoziata descrivere le modalità del collegamento. La presente iniziativa contempla un’integrazione sia di azioni che di soggetti,  attraverso lo sviluppo di un modello di intervento integrato che  risponda ai bisogni espressi dalle persone disabili presenti nel contesto territoriale provinciale. Il progetto, infatti, è stato “costruito” intorno al target ed in base agli obiettivi fissati  sono stati individuati i partner. Per la prima volta con un gruppo di attori chiave, sul territorio della Provincia di Caltanissetta, si parla di pari opportunità in maniera integrata.

Tale impegno, in particolare, si concretizza nella implementazione di una rete di lavoro complessa, articolata e funzionale che coinvolge i diversi soggetti attivi nel campo dei servizi sociosanitari e assistenziali  (le istituzioni, l’associazionismo, il privato sociale, le organizzazioni sindacali, etc.), e che si snoda a livello locale, ma anche regionale e interregionale. Il rapporto con i partner locali sia istituzionali, del privato e del privato sociale, oltre che avere come obiettivo principale il sostegno alla occupazione, viene considerato anche in funzione della possibilità che le azioni previste abbiano una diffusione ampia su altri territori limitrofi non coinvolti nel presente progetto.

Infatti, alla formazione di una nuova professionalità, si accompagna la sensibilizzazione degli operatori e delle professioni che si occupano del settore, sviluppando così una cultura comune e condivisa. Si prevede un’azione sinergica tra gli attori e gli interessi presenti sul  territorio al fine di mettere in comune gli sforzi e le risorse al servizio di una strategia che risponda ad un problema importante nel contesto territoriale di riferimento.

Nell’ambito del modello di intervento integrato proposto, anche l’attività formativa prevista assume una valenza strategica muovendosi in un’ottica bidirezionale, sia direttamente verso i disabili in quanto beneficiari finali delle azioni, sia indirettamente sugli operatori. L’inserimento lavorativo del disabile, poi, rappresenta un ulteriore elemento caratterizzante l’iniziativa progettuale come integrata.

Si prevede, infatti, l’avvio di due percorsi formativi rivolti a soggetti disabili e  a figure capaci di mediare tra i bisogni degli stessi ed il sistema economico e sociale. L’obiettivo è quello di individuare uno spazio di incontro e di valorizzazione delle potenzialità di cui i disabili sono portatori in relazione alle opportunità offerte dal sistema socio-economico dei contesti di insediamento.

Obiettivo implicito della fase di formazione è anche quello di valutare quali processi lavorativi siano maggiormente adatti al soggetto, tenuto conto della disabilità espressa.

Non v’è dubbio che l’inserimento occupazionale delle persone disabili costituisca una sfida di fronte alle difficoltà congiunturali, alle innovazioni tecnologiche e ai mutamenti organizzativi che attraversano il mondo del lavoro e dell’impresa e che rendono precarie le condizioni di impiego di ciascuno. Queste osservazioni trovano ulteriore elemento di riflessione nel definire il modello che si intende adottare nella proposta formativa rivolta a disabili, con un obiettivo occupazionale dichiarato e sostanzialmente legato all’assolvimento di un obbligo di legge da parte delle imprese.

Il progetto, infatti, incentra la proposta formativa sui tirocini di lavoro che consistono essenzialmente nell’attivazione di strutture mentali e modelli di apprendimento nei luoghi e coi tempi di lavoro reali.

Infatti, la complessità delle problematiche connesse all’integrazione lavorativa ed una generale difficoltà di mediazione tra formazione professionale e lavoro richiedono un intervento che sappia definire un assetto organizzativo e metodologico funzionale e la ricerca di modalità coerenti e competenti a partecipare alla rete di servizi di promozione sociale e lavorativa.

 

Obiettivi

  1. Realizzare un corso di formazione per “Operatori della Mediazione” al fine di preparare un nucleo di Operatori con capacità e competenze tali che siano preposti al delicato compito del collocamento mirato delle persone disabili in sinergia con i Centri per l’Impiego, di orientamento al lavoro, e delle imprese, alla luce delle normative introdotte dalla legge 68/99;
  2. Favorire tramite una formazione professionale mirata e in “situazione” l’inserimento lavorativo di un gruppo di giovani svantaggiati e disabili presso una cooperativa di tipo B nel settore produttivo della coltivazione delle erbe aromatiche e medicinali.
  3. Tracciare i percorsi attraverso i quali i diversi attori entrano in relazione tra di loro e si costituiscono in rete;

Destinatari

I destinatari degli interventi formativi sono:

  • per il corso di “Operatore della mediazione: giovani diplomati disoccupati in possesso anche di titolo di studi deboli;
  • per il corso di coltivazione delle piante aromatiche e medicinali: giovani con licenza media inferiore con problemi di svantaggio socio-culturale ed etnico (ex-tossicodipendenti, ex-detenuti, migranti, immigrati) e portatori di handicap

Contenuti

Per favorire la formazione degli operatori della mediazione  e l’integrazione lavorativa delle persone disabili, non si può prescindere da una accurata analisi della realtà socioeconomica e della concreta disponibilità e collaborazione degli imprenditori e delle diverse parti sociali (sindacati, associazioni di volontariato, mondo della cooperazione, etc.). Attraverso  l’attività non formativa: “Costituzione della rete degli attori locali”  ci si pone l’obiettivo di valutare il livello di coscienza e di disponibilità operativa delle imprese sia per il tirocinio di formazione in situazione che per l’effettivo inserimento lavorativo delle persone disabili.

La seconda attività del progetto è la selezione e l’orientamento professionale dei giovani che saranno inseriti nella formazione. Si procederà alla valutazione delle risorse e delle competenze di ingresso tramite il bilancio delle competenze e colloqui individuali condotti da professionisti psicologi dell’orientamento e del counseling.

La terza attività consiste nell’avvio contemporaneo dei due corsi di formazione professionali. Il corso per “Operatori della mediazione” rivolto a 15 giovani disoccupati per una durata complessiva di 500 ore ed un  corso diretto a 15 giovani soggetti svantaggiati psicosociali  e disabili  che sarà condotto prevalentemente sul campo tramite attività “In situazione”  presso una azienda vivaistica presente sul territorio di Caltanissetta. Trattandosi di allievi anche con situazione di disagio psichico, nei quali la debolezza a livello di capacità cognitive rende difficile un accesso compiuto al mondo simbolico è indubbio che la strategia formativa più adeguata consista nell’attivare esperienze concrete (tirocinio) utilizzandole al contempo come stimolo per lo sviluppo di competenze specifiche, conoscenze generali, abilità sociali e competenze trasversali.

La metodologia didattica del corso privilegia la  “Formazione in Situazione – TFS”, nel quale la modalità d’apprendimento è centrata più sull’esperienza diretta che non su metodi didattici formali e le situazioni di aula/laboratorio verranno condotte a livello di discussione, lavoro di gruppo, confronto e riflessione collettiva.

I due corsi saranno integrati durante le attività di stages, di valutazione e di monitoraggio.

La quarta attività consiste nell’avvio della creazione di impresa da parte dei soggetti svantaggiati e della mediazione al lavoro da parte degli operatori della mediazione per i soggetti disabili in collaborazione con le parti sociali e le associazioni no profit di categoria e le imprese.

Per realizzare le suddette attività è necessaria, in primo luogo, un’azione sinergica tra tutti gli attori ma è certamente indispensabile che venga adottato, un punto di vista nuovo che percepisca il disabile che vuole lavorare come lavoratore, ribaltando un’ottica che in questi anni è stata superata più dalle parole che dai fatti.

E’ allora necessario tracciare i percorsi attraverso i quali i diversi attori entrano in relazione tra di loro e si costituiscono in rete. La presenza di una pluralità di attori, infatti, è condizione essenziale perché l’iniziativa proposta assuma valore. Laddove il problema della formazione e dell’occupazione del disabile resta frammentato e posto in carico ad una sola agenzia, si avvia un processo destinato a raccogliere ben pochi risultati.

La pluralità dei soggetti che intervengono garantisce l’apporto di diverse ottiche e quindi l’arricchimento dell’esperienza attraverso il vissuto dei singoli. A loro volta, tutti i soggetti coinvolti rappresentano altre reti, dando quindi in questo modo vita a una struttura in grado di coinvolgere ulteriori attori e in grado di garantire la diffusione e l’implementazione dei risultati in maniera capillare. La presente iniziativa è centrata anche su azioni non formative, che si traducono in scelte strategiche nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi finali del progetto.  Si prevedono, in particolare

  1. Costituzione della rete degli attori locali;
  2. Attività di orientamento;
  3. Diffusione delle informazioni;
  4. Workexperience;

Durata: 800 ore

Avvio

termine

Valutazione

Per quanto attiene le modalità di valutazione del progetto, si prevede l’uso di differenti strumenti. In primo luogo, una valutazione ex ante volta a capire le reali esigenze dei gruppi svantaggiati in Sicilia. Per tutta la durata dell’iniziativa, si realizzerà, inoltre, una valutazione di processo. In particolare, si organizzeranno degli incontri periodici fra i partner al fine di accertare la raggiungibilità degli obiettivi prefissati e l’appropriatezza delle attività implementate e delle strategie adoperate. Tali incontri, in particolare, coinvolgeranno i responsabili e i collaboratori delle aziende ospitanti i tirocinanti oltre che le loro famiglie. Trattasi di momenti di grande importanza, perché coinvolgenti tutta l’équipe di lavoro, che utilizzerà questi incontri quali strumenti di verifica della gradualità e flessibilità dell’inserimento lavorativo dei destinatari del progetto.

Infine, sulla base degli obiettivi, delle attività, dei risultati e dati di bilancio si effettuerà una valutazione di esito da condividere in un incontro post valutazione. Oggetto della valutazione sarà l’insieme progettuale nel suo complesso, alla ricerca non solo degli elementi attinenti la validità tecnica dell’intervento, ma anche di quelli che esprimono i valori culturali, morali ed organizzativi dell’ente proponente.

Scopo della valutazione  sarà quello di evidenziare criticamente le caratteristiche positive e negative legate alla gestione del progetto per permetterne l’ottimizzazione sotto diversi e peculiari aspetti, soprattutto quello legato alla sua continuità  dopo l’apporto del finanziamento comunitario.

Nell’ambito della presente iniziativa sono stati previsti, al fine di una verifica in itinere ed ex-post, momenti formali di accertamento (attraverso test, prove scritte, colloqui individuali, esercitazioni) delle conoscenze e capacità acquisite dai singoli partecipanti.

Per quanto riguarda la valutazione in itinere, essa avrà ad oggetto l’accertamento della raggiungibilità degli obiettivi prefissati, dell’appropriatezza delle attività implementate e delle strategie adoperate. Gli strumenti a ciò preposti consistono nell’analisi dei documenti e dei materiali prodotti ed in una attività di osservazione rivolta:

  • Alle modalità di pianificazione ed esecuzione delle attività;
  • alla gestione dell’ambiente di apprendimento;
  • ai metodi di erogazione della formazione;
  • ai comportamenti dell’utenza;
  • agli aspetti quali-quantitativi dell’interazione tra i soggetti coinvolti nell’erogazione della formazione.

Risultati attesi

I risultati che l’intervento si pone, sono così definibili:

  • Percepire l’azione di inserimento occupazionale di soggetti disabili come un fenomeno la cui risoluzione è strettamente connessa al perseguimento di strategie complesse;
  • Individuare nella rete degli attori locali (Network) uno strumento efficace attraverso il quale formalizzare e risolvere il bisogno;
  • Creare di una nuova figura professionale denominata “Operatori della mediazione” con specifiche competenze di base per la valutazione e l’orientamento al lavoro delle persone disabili, sull’analisi ergonomica e organizzativa delle aziende e sulla  progettazione dei percorsi di avvicinamento al ruolo lavorativo. Queste competenze dovrebbero essere sostenute da una buona capacità gestionale che consenta a questi operatori di parlare “alla pari” con tutti gli interlocutori che la complessa operazione di mediazione prevede.
  • Favorire tramite la formazione professionale e la creazione di impresa l’inserimento nel mondo del lavoro di un gruppo di giovani svantaggiati e disabili.
  • Realizzare una rete di servizi con collegamenti e collaborazioni stabili tra gli uffici del Ministero del Lavoro preposti al collocamento obbligatorio, i servizi socio-assistenziali, le imprese, gli enti di formazione professionale, i sindacati, le associazioni di categoria e soprattutto stimolare la nascita di un gruppo politico istituzionale che “governa” i temi dell’inserimento lavorativo.
  • Innestare nelle imprese, e comunque in tutte le organizzazioni che intervengono nel processo progettuale, elementi di riflessione capaci di modificare gli atteggiamenti, organizzativi e processuali, sulla diversità.

 

 

 

Disabili al lavoro

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