E’ stato presentato il piano regionale della comunicazione per la salute della Regione Siciliana, abbiamo intervistato il Dirigente dell’Ufficio Speciale, la Dott.ssa Daniela Segreto.
Dott.ssa Segreto finalmente, in un periodo di massima emergenza sanitaria, la Regione Siciliana si mette al passo con i tempi con un Ufficio Speciale Comunicazione per la salute, quali novità sta apportando questo servizio per le Istituzioni e per i cittadini?
“Nel 2018 era già iniziato il percorso di comunicazione integrata con il servizio 5 del DASOE che aveva creato una task force per il Piano Regionale di Prevenzione. Queste attività bisognava esplicitarle anche in una logica di maggiore conoscenza e risparmio per l’intera Sanità regionale.
Le attività di prevenzione hanno poi trovato nel 2020, con la pandemia, una svolta con la piena operatività dell’Ufficio Speciale di comunicazione per la salute nel mese di ottobre. Si è sentita l’esigenza di coordinare e dare corpo ad un’azione integrata per la salute, per uniformare le azioni di contrasto alla pandemia. E questo non è l’unica finalità, in quanto la comunicazione istituzionale in tema di salute ha come scopo anche quello di tenere le Istituzioni vicine ai cittadini.”
Finalmente in Sicilia, si dà piena attuazione alla Legge 150/2000 e all’art. 3 che disciplina le attività di informazione e comunicazione della Pubblica Amministrazione. Avete lavorato con l’Ufficio speciale al Piano Regionale di Comunicazione 2021. Nella presentazione si è parlato di comunicazione strategica, convergente e incentivante; a chi vi rivolgete ?
“Abbiamo creato una rete di relazione e integrazione tra tutti i referenti della comunicazione e gli addetti stampa del servizio sanitario regionale, degli uffici COVID e dell’Assessorato alla Salute per rendere uniforme la comunicazione. Già la Legge 150/2000 era stata attuata con gli uffici di comunicazione nelle aziende sanitarie. Tutto ciò è servito ad efficientare, a dare maggiore efficacia alle azioni, realizzando un’economia di scala nell’azione amministrativa.
Il piano regionale della comunicazione si cala perfettamente in questo quadro logico, è la linea guida generale all’interno della quale sono declinate tutte le attività che devono essere svolte, gli strumenti e i canali operativi della comunicazione, cito tra queste la medicina di genere o la lotta alle diseguaglianze , che vengono recepiti dalle aziende e declinati da tutti noi. La comunicazione si rivolge a tutti gli operatori sanitari, ai dipendenti dei due dipartimenti dell’Assessorato, a tutti gli stakeholders che non sono solo i cittadini, ma tutti i portatori d’interesse nell’ambito della salute: gli uffici scolastici regionali, le forze dell’ordine, le associazioni: la salute al centro di tutte le politiche del territorio come prevede l’Agenda 2030.”
Seguendo le linee guida del piano pandemico, la regione siciliana ha attivato la Risk Communication; quali dati sono soprattutto emersi dal monitoraggio e dalle interviste dirette nei vari hub e drive-in, cosa è emerso dalla campagna di vaccinazione? Si è superata la diffidenza siciliana ai vaccini dopo gli Open Day e l’apertura agli over 50 ?
“Come Istituzione abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili in un campo, come la sanità, dove le linee guida sono in carico allo Stato Centrale. E’ chiaro che ogni regione ha le proprie peculiarità. Sul caso della riluttanza e diffidenza dei siciliani a farsi somministrare il vaccino Astrazeneca, c’è stata una psicosi, secondo me incontrollata e irrazionale, dovuta a una “mala comunicazione” sui pochi casi di decessi, in un quadro che è stato ampliato a dismisura. Questo ha creato sfiducia nel cittadino, seppur ci sono evidenze scientifiche che il vaccino Astrazeneca non è più pericoloso del Pfizer. Il paradosso è che abbiamo un grande bisogno di vaccini mentre purtroppo tanti restano in frigorifero inutilizzati. Eticamente penso sia corretto che la regione abbia ceduto dosi ad altre regioni. La cosa positiva è che stanno arrivando nuovi rifornimenti e che si stanno aprendo altri hub vaccinali. La campagna vaccinale sta riprendendo vigore e il numero dei vaccinati aumenta considerevolmente di settimana in settimana, questo ci fa ben sperare.”
Questa comunicazione di rete tra l’Ufficio Speciale e tutti gli enti coinvolti territorialmente dovrebbe dare continui feed-back tra centro e periferia non solo sulle informazioni, ma soprattutto per potenziare la rete di competenza in campo sanitario, per arrivare ad erogare dei servizi sanitari che siano di sempre più facile comprensione per il cittadino. Ci può fare degli esempi sulle azioni operative previste?
“C’è una piena condivisione e un feed-back continuo tra Assessorato e articolazioni territoriali delle aziende sanitarie, compresi i commissari COVID e i referenti dei centri vaccinali. Ogni informazione importante viene condivisa con l’Assessorato in un rapporto biunivoco. Abbiamo istituito il tavolo regionale di supporto all’Ufficio di comunicazione, dove sono stati inseriti docenti universitari esperti in comunicazione e giornalisti, proprio allo scopo di efficientare al meglio la comunicazione integrata sulla salute”
Un’ultima domanda, in questa nuova stagione con tutte le difficoltà del caso, quando potremo avere un sistema sanitario regionale digitalizzato e fortemente interattivo, dove comunicazione, informazione e servizi siano alla portata dei cittadini?
“Riguardo alla modernizzazione del sistema sanitario regionale siciliano contiamo sull’intervento del CEFPAS, ente a cui è stato demandato di attivare un’azione di dematerializzazione e digitalizzazione del sistema sanitario regionale. Molte risorse ci sono già e altre arriveranno con il Recovery Fund. Le faccio un esempio: la piattaforma “Poste” non permette ancora di poter inserire i consensi informati. Non è ancora una piattaforma digitalizzata. Il futuro della comunicazione digitale, invece, per come lo vedo io, sarà realmente informatizzato quando il cittadino avrà i servizi sanitari sul palmo di una mano, con uno smartphone o un tablet. Una carta dei servizi digitale può dirsi veramente tale quando un cittadino per usufruire di un intervento sanitario, attraverso un sistema di servizi digitali ha informazioni veloci e immediate e può essere informato su dove trovare l’eccellenza che faccia al proprio caso. Sono fiduciosa che questo processo digitale non sia così lontano dalla concretizzazione.”
A cura di Antonello Pace – Servizio Comunicazione Cefpas