L’obesità infantile rappresenta ormai un fenomeno preoccupante. In Italia, patria della dieta mediterranea, due bambini su dieci sono in sovrappeso e uno su dieci è obeso, con una maggiore prevalenza nel centro sud. Dai dati è emerso, inoltre, che circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto. Solo una sana educazione alimentare e un corretto stile di vita possono combattere questo fenomeno sempre più dilagante. Ne parliamo con il Dott. Giuseppe Disclafani, componente Tavolo interassessoriale Promozione Dieta Mediterranea.
Oggi, in Italia, Dott. Disclafani, in particolare in meridione si sta assistendo alla prevalenza dell’obesità infantile. Cosa ne pensa?
L’eccesso ponderale riguarda indistintamente adulti e bambini, anche se gli alti livelli riscontrati nei giovani rappresentano un’area di particolare preoccupazione.
I dati raccolti dalla Childhood Obesity Surveillance Initiative della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) mostrano valori di sovrappeso e obesità in bambini di 6-9 anni che variano da 11% a 37% tra i maschi e da 15% a 35% tra le femmine.
L’Italia partecipa a questa raccolta dati con il sistema di sorveglianza “Okkio alla Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità che conferma livelli preoccupanti di eccesso ponderale.
Nel 2019, i bambini in sovrappeso sono il 20,4% e gli obesi il 9,4% (valori soglia dell’International Obesity Task Force, IOTF). Questi tassi sono superiori nel meridione d’Italia con un tasso che raggiunge anche valori superiori al 40%. La Sicilia è seconda per prevalenza soltanto alla Campania ed alla Calabria con un tasso di incidenza che va dal 35 al 40%.

I gruppi socialmente vulnerabili sono più colpiti dall’obesità perché hanno meno accesso all’educazione e a corrette informazioni su stili di vita e salute, consumano cibi più economici che hanno spesso minore qualità nutrizionale ed elevata densità energetica e vivono, di solito, in zone che non facilitano il trasporto attivo e l’attività fisica.
Perché è importante intervenire sull’obesità infantile?
È ormai ampiamente riconosciuto che l’obesità rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche e, se presente in età pediatrica, si associa a una più precoce insorgenza di patologie tipiche dell’età adulta, quali malattie cardio-vascolari, ipertensione arteriosa, diabete.
In particolare vi è una sempre più crescente incidenza del diabete, che è fortemente influenzato da una precoce obesità, che induce quella che viene definita come insulino-resistenza.
Fra l’altro tale patologia, oltre ad essere un problema di sanità pubblica, incide fortemente anche nella possibilità o meno di sostentamento economico delle cure da parte del Sistema Sanitario Nazionale.
Quali sono le linee principali di prevenzione che suggerisce?
L’obesità, oltre a fattori genetici, è imputabile principalmente a cambiamenti negli stili di vita (primi fra tutti la scorretta alimentazione, la sedentarietà e la ridotta attività fisica).
Molti sono i documenti e le iniziative promosse dall’OMS volti a favorire scelte salutari su questi aspetti della salute e con l’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020, i Paesi Membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, hanno voluto rispondere all’esigenza di contribuire ad arrestare l’aumento di sovrappeso e obesità nei bambini e ragazzi (0-18 anni) entro il 2020 (13).
Il Piano d’azione, rivolto ai diversi Paesi europei, fornisce una base su cui lavorare per implementare politiche nazionali di contrasto all’obesità basate su otto aree prioritarie di intervento:
• sostenere un sano inizio della vita;
• promuovere ambienti sani (in particolare nelle scuole e gli asili);
• rendere l’opzione sana la scelta più semplice;
• limitare la commercializzazione e la pubblicità rivolta ai bambini;
• informare e responsabilizzare le famiglie;
• incoraggiare l’attività fisica;
• monitorare e valutare il fenomeno;
• potenziare la ricerca
La corretta alimentazione, nel quadro più ampio di uno stile di vita sano ed equilibrato, è alla base della prevenzione di un gran numero di patologie. Un modello alimentare che può venirci in aiuto per ottenere un apporto di nutrienti completo ed equilibrato è senza dubbio rappresentato dalla “dieta mediterranea”. In particolare è ormai universalmente riconosciuta ed affronta problematiche legate non solo all’obesità infantile, ma anche in generale problematiche legate ai giovani.
La Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’Unesco “Patrimonio Culturale immateriale dell’Umanità“è senz’altro lo stile di vita universalmente riconosciuto come il più idoneo nel prevenire le malattie croniche a più alta incidenza, quali quelle cardiovascolari, il diabete, i tumori, in particolare quelli dell’apparato digerente.
La Dieta Mediterranea prevede un consumo privilegiato di frutta, verdure, cereali, olio extravergine di oliva, pesce azzurro, ed un consumo moderato di formaggi, carne rossa, insaccati. Assolutamente sconsigliato l’uso di zuccheri semplici. Tutto ciò viene reso nell’immagine nella cosiddetta Piramide della Dieta Mediterranea.

Alla base della Piramide vi è l’attività fisica, assolutamente consigliata, ed anche il concetto di convivialità, che dà un valore aggiunto al benessere psicosociale in particolare per le nuove generazioni.
Infatti in recenti pubblicazioni è stato messo in evidenza come lo stare assieme a tavola, il parlare assieme ai propri genitori e quindi condividere le problematiche quotidiane, dia, nei giovani, una minore incidenza di consumo di alcool ed una minore dipendenza da droghe.
Quali sono i consigli che darebbe a un genitore per evitare che il proprio figlio diventi obeso?
Aderire quanto più possibile ai dettami della Dieta Mediterranea incrementando il consumo di frutta e verdura, pesce azzurro, olio extravergine di oliva e aumentando il tempo dedicato all’attività fisica, evitando il consumo di merendine, di bevande zuccherate e di insaccati, ascoltare i propri figli e soprattutto spiegare, anche con il proprio esempio, i vantaggi di uno stile di vita sano.
Accanto alle famiglie bisogna che ci siano anche le Istituzioni, che siano a loro supporto specialmente all’interno delle scuole, non solo per educare i ragazzi ai corretti stili di vita, ma che nella giusta composizione di pasti nelle mense scolastiche.
Tutto ciò si sta facendo nel tavolo interassessoriale sulla Dieta Mediterranea, che sta lavorando proprio nell’introduzione dell’insegnamento di questa nelle scuole di ogni ordine e grado, e nella regolamentazione delle mense scolastiche, in modo tale che queste, nella preparazione di pasti, seguano appunto i dettami della Dieta Mediterranea.
Vorrei concludere questa intervista con uno splendido esempio di ciò che è la Dieta Mediterranea, che nell’esplicitazione dell’Unesco viene definita non solo come stile di vita alimentare, ma anche come recupero delle tradizioni tramandate dalle vecchie alle nuove generazioni, rispetto e godimento dell’ambiente, ospitalità e recupero del valore della relazione umana.
Tutto ciò è mirabilmente descritto in un brano del racconto “La voce del violino“ di Andrea Camilleri dove il Commissario Montalbano viene accolto a casa di un suo amico in campagna, e la prima cosa che quest’ultimo gli chiede è:
«Hai pititto?».
«Beh, sì».
«Vuoi mangiarti tanticchia di pane di frumento? L’ho sfornato manco un’ora fa. Te lo conzo?».
Senza aspettare la risposta, tagliò due fette da una scanata, le condì con olio d’oliva, sale, pepe nero e pecorino, le sovrappose, gliele diede.
Montalbano niscì fora, s’assittò su una panca allato alla porta e al primo boccone si sentì ringiovanire di quarant’anni, tornò picciliddro, era il pane come glielo conzava sua nonna.
Andava mangiato sotto quel sole, senza pinsare a niente, solo godendo d’essere in armonia col corpo, con la terra, con l’odore dell’erba.