CEFPAS

Centro per la Formazione Permanente e
l'Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario

Lo sviluppo visivo parte dalla nascita: l’intervista a Flora Mondelli, Presidente Regionale AIOrAO

I partecipanti al Corso “Ortottista: una professione ad ampio spettro” al CEFPAS

Lo scorso marzo si è svolto al CEFPAS il Corso “Ortottista: una professione ad ampio spettro” con l’obiettivo di realizzare un approccio che metta al centro la persona e ne realizzi un progetto riabilitativo personalizzato. L’attività formativa, rivolta a Ortottisti, TNPEE, Logopedisti, Fisioterapisti, Tecnici della riabilitazione psichiatrica, Psicologi, Audiometristi e Terapisti occupazionali, ha avuto come responsabile scientifico Flora Mondelli, Presidente Regionale AIOrAO (Associazione Italiana Ortottisti assistenti in oftalmologia) che abbiamo intervistato.

  • Quali sono le competenze dell’ortottista?

Le competenze sono ampie: prevenzione visiva dall’età neonatale a quella adulta (maculopatia, glaucoma, retinopatia diabetica, idoneità al lavoro, videoterminalisti); valutazione ortottica (codice 93.02 del nomenclatore tariffario del SSN); diagnostica strumentale oftalmica; assistenza; ricerca; didattica; organizzazione e management.

L’ortottista è il professionista sanitario che previene, valuta, abilita e riabilita i disturbi sensoriali e motori della visione, le disabilità, le disfunzioni e le anomalie visive. Effettua tutti gli esami di oculistica compresa la misurazione della vista (significato di optometria), fornisce indicazioni su ogni dispositivo atto all’abilitazione, riabilitazione o compenso di natura protesica, morfo-estetica e funzionale del sistema visivo rispondendo altresì a nuovi bisogni di salute della popolazione. Si occupa di didattica, ricerca, management, gestione dei dati, health technology assesment (HTA), assistenza oftalmologica, integrazione sociosanitaria, lavora in equipe multiprofessionali e multidisciplinari. Contribuisce a percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA), ampliando gli ambiti di azione in aderenza all’evoluzione tecnico-scientifica e organizzativa-gestionale. Un profilo decisamente ampio, con un solo limite: le competenze previste per le altre professioni sanitarie già regolamentate. 

  • A che età fare la prima visita dall’ortottista?

I fattori che determinano lo sviluppo visivo sono: genetici, maturativi e ambientali. Alla nascita gli occhi e il cervello sono ben strutturati, ma il loro sviluppo si completa attraverso gli stimoli ambientali solo in seguito attraverso modificazioni morfologiche e riorganizzazioni funzionali.

Il riconoscimento di un problema visivo già nei primi mesi di vita è sicuramente rilevante dato che la vista, catturando una parte importante delle informazioni ambientali, gioca un ruolo determinante nello sviluppo psicofisico e affettivo relazionale del bambino. Alla nascita e nelle primissime epoche della vita l’attività percettiva segue schemi più semplici e grossolani. Il bambino appena nato, contrariamente a quello che credono molti, già alla nascita è in grado di usare alcune delle sue competenze visive. Già nelle prime ore di vita il bambino è in grado di fissare e seguire un oggetto, è attratto da forme semplici a forte contrasto (come scacchiere, cerchi concentrici, strisce bianche e nere, faccette schematizzate) che vengano posti a circa 20 cm (dato che la capacità di accomodazione di un bambino è fissa, non variabile come quella di un bambino più grande). Lo sviluppo visivo si realizza rapidamente attraverso gli stimoli che il bambino riceve dall’ambiente, importante può sicuramente essere il favorire la conoscenza e l’incontro dell’ambiente in cui vive con l’aiuto dei genitori.

L’età evolutiva, e in particolare l’infanzia, è il periodo più importante, in quanto gli stimoli che il bambino riceve, il modo in cui li elabora e il conseguente processo di sviluppo, incideranno sulla formazione della sua personalità. Durante questo periodo, la vista riveste un ruolo fondamentale per l’instaurarsi delle relazioni interpersonali e per tutte le attività essenziali per lo sviluppo e il benessere psicofisico. Uno sviluppo visivo ottimale, infatti, facilita anche lo sviluppo cognitivo, sociale, le abilità motorie, il coordinamento e l’equilibrio. Per questo motivo è importante osservare attentamente le funzioni visive del bambino, valutarle ed eventualmente iniziare un intervento precoce, nel caso si notasse un ritardo nello sviluppo. Per maggiori informazioni, consiglio la lettura del seguente link: https://savvysciencepublisher.com/jms/index.php/ijpch/issue/view/179

  • Quando è indicata e a cosa serve la riabilitazione visiva?

Grazie per la domanda perché è grazie ad AIOrAO e a un ricorso al Tar vinto nel 1999 che il sinonimo di ortottista è riabilitatore visivo per: tutte le problematiche della visione binoculare (insufficienza di convergenza. ambliopia, diplopia, ecc.); ipovisione centrale e/o periferica; per la stessa prevenzione delle cadute nelle persone anziane con esiti di ictus, parkinsoniane, sclerosi multipla, ecc. L’ortottista in quanto il riabilitatore visivo, dopo una completa valutazione ortottica, mettendo al centro la persona, proporrà una presa incarico che sarà rivolta a recuperare funzioni scorrette e nel caso di ipovisione migliorare l’uso del residuo visivo.

  • Spesso i bambini con disturbi visivi e dell’apprendimento possono sembrare poco motivati a scuola e possono mostrare disinteresse nella lettura, in che modo l’ortottista può essere d’aiuto?

Tante volte le difficoltà di lettura possono essere il sintomo di una scorretta funzione visiva che interferisce con lettura e scrittura. Valutare da parte dell’ortottista tutti i parametri che compongono la visione può evidenziare movimenti oculari non corretti (come saccadi ipometriche ecc.), insufficienza di convergenza, strabismi latenti, correzioni ottiche non adeguate, riduzione delle vergenze fusive che, se non individuati, possono far pensare a disturbi dell’apprendimento.

  • Perché è fondamentale la professione dell’ortottista negli interventi di screening e riabilitazione?

Sappiamo che di solito un bambino di pochi anni non è in grado di indicare verbalmente una difficoltà visiva, occorre per questo verificare con un test di screening le sue abilità visive.

Una delle anomalie sensoriali più comuni nella prima infanzia è la bassa acuità visiva di uno o di entrambi gli occhi, nota con il termine di ambliopia. La prevalenza dell’ambliopia è quantificabile mediamente dal 2% al 5% della popolazione e costituisce, se non trattata, la maggior causa di riduzione visiva per questa fascia di età. L’età in cui bambini sono più sensibili all’ambliopia coincide con i primi anni di vita. Ed è questo il motivo per cui risulta importante la prevenzione in questa fascia di età, dato che il trattamento tempestivo può portare alla completa risoluzione dell’ambliopia con ripristino della normale funzionalità. Il benessere visivo per un bambino consentirà di realizzare migliori capacità di apprendimento, per un adulto consentirà migliori prestazioni di studio e lavoro. Per questi motivi, non mi stanco mai di sottolineare l’importanza dello sviluppo visivo, importante, non solo per la realizzazione di una corretta percezione visiva, ma come mezzo per potere fornire al futuro uomo strumenti per uno sviluppo corretto, armonico ed equilibrato.

  • Qual è stato l’obiettivo del Corso “Ortottista: una professione ad ampio spettro” che si è tenuto al CEFPAS a marzo?

Rendere consapevoli che la funzione visiva riguarda molti aspetti della vita delle persone in tutte le età della vita. Mettere la persona sempre al centro e sviluppare i diversi aspetti che compongono la visione.

  • Durante il corso ha parlato del tema “l’arricchimento visivo del neonato e del lattante”, a che età si sviluppa la funzione visiva?

Lo sviluppo visivo parte dalla nascita e continua fino all’entrata nella scuola primaria. Riuscire a stimolare un arricchimento visivo nella prima infanzia avrà risvolti positivi su tutto lo sviluppo del bambino, non solamente su quello visivo dato che la visione interessa sia lo sviluppo psico-visivo che quello affettivo relazionale.

  • Qual è l’importanza della Convenzione stipulata tra CEFPAS e AIORAO?

Certamente rilevante per l’importanza che AIOrAO ha riconosciuto fin dal 1996 al CEFPAS. Un patrimonio importantissimo per tutta la Regione perché il momento formativo, che racchiude anche una attività residenziale, permette di conoscersi meglio e perché dal punto di vista formativo gli ampi spazi interattivi hanno permesso in questi anni di aprire un nuovo sguardo sugli ambiti della professione, del nostro ruolo nel team con altri professionisti e per capire quanto sia importante la ricerca alla quale abbiamo dedicato molti eventi. Ci auguriamo che il rapporto tra AIOrAO e CEFPAS, così rafforzato, diventi sempre più incisivo per la realizzazione di una proficua formazione.

  • Dal 10 al 16 marzo è stata la Settimana mondiale del glaucoma, una malattia degli occhi che progredisce in maniera asintomatica. In che modo si può fare prevenzione?

Conoscerlo e chiamarlo ladro silenzioso della vista dimostra quanto sia pericoloso non segnalare, sempre, anche il minimo disturbo. Oggi il glaucoma è considerata una malattia neurodegenerativa e sono necessari quattro esami per la sua diagnosi: il campo visivo, la tonometria, la pachimetria e l’OCT (ocular coherence tomography). Gli esami di oculistica rientrano nelle competenze degli ortottisti e per sensibilizzare la popolazione abbiamo realizzato un’informativa tradotta in inglese, arabo e cinese https://www.tsrm-pstrp.org/index.php/alfabetizzazione-sanitaria-limpegno-degli-ortottisti/ su spinta della Commissione di albo nazionale della quale faccio parte e con il contributo delle Commissioni territoriali. Le informative sono state inviate alle ambasciate dei paesi arabi e della Repubblica popolare cinese e AIOrAO li ha diffusi alle altre associazioni dell’OCE (Organismo Europeo degli Ortottisti) e dello IOA (International Orthoptics Association).

L’intervista è stata realizzata da Ilenia Inguì, Dirigente Servizio Comunicazione del CEFPAS.

Lo sviluppo visivo parte dalla nascita: l’intervista a Flora Mondelli, Presidente Regionale AIOrAO

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