
Il 27 e 28 maggio il CEMEDIS (Centro Mediterraneo di Simulazione in Medicina) ha partecipato, a Padova, al 22esimo Congresso nazionale della SIMMED, la Società Italiana di SIMulazione in MEDicina. L’obiettivo del Congresso 2022 è stato quello di costruire un filo diretto con i vari professionisti che lavorano attorno la simulazione (accademici, clinici, formatori, tecnici, attori per pazienti simulati e aziende). Tra gli scopi della SIMMED c’è quello di promuovere iniziative culturali in tema di innovazione e formazione; di utilizzare metodologie innovative, tecnologicamente evolute e ad alto impatto, come le moderne tecniche didattiche basate sui sistemi di simulazione, sistema di “training” totalmente interattivo, basato sull’uso di mezzi formativi ed educazionali innovativi, inseriti nel contesto di uno scenario clinico assolutamente realistico e di stimolare la cultura della prevenzione, della educazione sanitaria e della promozione della salute. Sull’importanza della pratica simulata sia per gli operatori sanitari sia per i pazienti e sulle ultime novità in tema di simulazione, abbiamo intervistato Pier Luigi Ingrassia, Presidente della SIMMED, Società Italiana SIMulazione in MEDicina e Coordinatore del tavolo di lavoro per la simulazione in medicina del Ministero della salute.
- Prof. Ingrassia, quali sono stati i temi e le attività di maggiore interesse e attualità che sono emersi dai lavori del Congresso 2022 della SIMMED che si è svolto a Padova il 27 e 28 maggio?
Il Congresso nazionale ha raccolto per due intere giornate oltre 150 professionisti dell’educazione in sanità da tutta Italia, e non solo, e ha rappresentato il momento in cui la nostra comunità scientifica, malgrado i diversi interessi culturali dovuti al largo spettro di settori in cui oggi si articola la medicina, ha ritrovato se stessa. Quest’anno abbiamo voluto rinnovare il format partecipativo in cui i temi delle diverse sessioni del congresso sono stati proposti e poi condotti dagli esperti del nostro network di centri e di professionisti. Siamo così riusciti a intercettare tutti gli aspetti della simulazione, dal design degli scenari alle competenze del formatore, dalle caratteristiche tecniche dei simulatori alla ricerca scientifica fino agli aspetti di gestione dei centri e laboratori di simulazione.
- La SIMMED è la Società che raccoglie a livello nazionale i centri che si occupano di simulazione. L’interesse nei confronti di questa metodologia formativa si va sviluppando oggi in Italia?
Oggi il SSN sta rivalutando sia le nuove professionalità necessarie sia come formarle, secondo modelli omogenei, ma differenziati per nuovi assunti e personale già strutturato. Sulla base di quello che la recente pandemia ci ha insegnato, si stanno rivedendo anche i programmi di formazione universitaria di base, per le scuole di specializzazione mediche, per le professioni sanitarie e per i MMG affinché possano formare personale di base e specialistico capace di operare in piena autonomia fin da subito. In questo contesto, la simulazione può offrire maggiori opportunità di formazione nell’ambito della pratica clinica per tutte le formazioni sanitarie, alleggerendo anche la pressione che attualmente le strutture sanitarie, sia pubbliche sia private, devono sostenere nella formazione pratica degli studenti. Inoltre, in linea con la letteratura scientifica, sempre più aziende, ospedaliere e non solo, iniziano ad utilizzare l’esperienza immersiva simulata prima di intervenire in una situazione clinica reale con lo scopo di migliorare i processi di cura e di individuare quelle situazioni che possono più facilmente portare all’errore.
- Il CEFPAS fa parte della SIMMED con il proprio centro di simulazione CEMEDIS da diversi anni. Quali prospettive di collaborazione vede nei prossimi anni?
I centri di simulazione giocano un ruolo fondamentale perché raccolgono sia il sapere sulla tecnica didattica che i dispositivi di simulazione necessari per sviluppare le competenze dei professionisti. Rappresentano quindi quello spazio strutturale e funzionale promotore di quel radicale cambiamento culturale che si sta portando avanti, ossia la riduzione del rischio clinico attraverso la formazione di qualità basata sull’esperienza in sicurezza. È da considerare essenziale, istituire un percorso condiviso per sviluppare una strategia sinergica e trasparente che ovviamente rispetti le prerogative e le mission di tutte le parti. Il CEMEDIS ha un contatto capillare e diretto con gli stakeholder della Regione Siciliana, interagendo in maniera personale con i professionisti che programmano e utilizzano la simulazione e venendo a conoscenza di realtà che magari sfuggono alla Società scientifica stessa. Un dialogo cooperativo e sinergico può pertanto solo risultare vincente, non solo per la Società scientifica, ma per tutti noi professionisti e soprattutto individui, in quanto potenziali pazienti nel corso della nostra vita.
- Quali sono i programmi della SIMMED per il futuro?
In continuità con la tradizione della società, SIMMED intende da un lato promuovere l’uso della simulazione come strumento per migliorare la qualità delle cure e dall’altro armonizzare il profilo professionale del formatore e facilitatore di simulazione sia ospedaliero, universitario che delle Aziende Sanitarie. Inoltre, SIMMED intende favorire lo scambio informativo e formativo, attraverso webinar, convegni e conferenze, non solo tra i professionisti ma anche fra i centri e laboratori di simulazione su tutto il territorio nazionale mettendo insieme generazioni di professionisti che condividono saperi e valori. “Collaborazione”, “Condivisione”, “Coesione”, e “Promozione e Sviluppo dell’attività scientifica” sono le parole chiave per la SIMMED del prossimo triennio.
- Il Ministro della salute ha recentemente istituito un tavolo tecnico nazionale per la simulazione in medicina del quale lei è coordinatore e il sottosegretario Pierpaolo Sileri referente istituzionale. Quali sono gli obiettivi di questo organismo e quali sono le prospettive dei suoi lavori?
Il Tavolo di lavoro vuole promuovere la simulazione in ambito sanitario attraverso la ricerca e la formazione per migliorare sia le attività operative e tecniche che le capacità comunicative degli operatori sanitari. Ha come obiettivo quello di individuare le migliori pratiche esistenti e definire gli obiettivi per l’utilizzo della simulazione in maniera efficace ed efficiente. Ecco il tavolo di lavoro vuole, quindi, gettare le basi per disciplinare l’addestramento dei professionisti attraverso la pratica simulata considerandola un elemento imprescindibile per garantire e aumentare la sicurezza sia dei pazienti ma anche degli stessi operatori. La simulazione deve diventare parte integrante del sistema salute del nostro territorio. Certamente partendo dalla formazione dei suoi operatori ma diventando uno strumento di gestione del rischio clinico.
- Tra le mission della SIMMED anche quella di utilizzare metodologie innovative, tecnologicamente evolute e di elevata efficacia formativa, come le moderne tecniche didattiche di simulazione. Quali i Paesi più virtuosi e qual è il futuro della simulazione in medicina?
Esistono diverse realtà virtuose sia in Europa che oltre mare. Tuttavia c’è tanta disomogeneità. In Italia, alcune regioni stanno facendo bene sebbene ci sia ancora tanto da fare. In merito al prossimo futuro, la simulazione permetterà la totale immersione esperienziale e sensoriale, facilitando e rendendo ancora più veritiero ed efficace il training dell’équipe. Ciò sarà possibile grazie a tecnologie ancora oggi in fase di sviluppo, come quelle “aptiche”, per consentire i feedback tattili, e neurodevices che consentono di interagire attivamente con interfacce e macchine “intelligenti”, generando simulazioni dinamiche, modificabili a piacimento e in tempo reale, da chi supervisiona l’addestramento, risultando quindi didatticamente efficienti. Con molta probabilità scomparirà qualsiasi forma di tool “analogico”, come può essere il manichino/simulatore, sostituito da elementi puramente digitali. Oggi si parla tanto di metaverso. E alcune applicazioni sono già state utilizzate nella formazione. La simulazione comprende già l’utilizzo della realtà virtuale per realizzare un mondo simulato in cui si può interagire, utilizzando avatar o profili digitali.
L’intervista è stata realizzata dal Servizio Comunicazione del CEFPAS.