Durante la pandemia si è assistito a un aggravamento dei disturbi neuropsichici di bambini e ragazzi. Una vera e propria “emergenza salute mentale” testimoniata dal continuo aumento delle richieste di aiuto. È quanto emerge dai risultati della prima fase della ricerca realizzata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (ISS), illustrati nella pubblicazione “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi”.
L’indagine, di durata triennale e suddivisa in tre macro-fasi, ha l’obiettivo di comprendere, quantificare e qualificare il fenomeno, nella sua estensione e profondità, in modo da individuare strategie efficaci a supporto dei minorenni e individuare le migliori pratiche per aiutare i bambini e i ragazzi in condizioni di fragilità o a rischio. I professionisti interpellati hanno riferito di alterazioni del ritmo sonno-veglia, disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria, tentato suicidio e suicidio, autolesionismo e ritiro sociale. In ambito educativo, poi, sono stati riscontrati disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro.
Il 9 marzo presso l’Istituto Comprensivo Statale “Giuseppe Scelsa” di Palermo, durante l’incontro regionale Studio Scuole IPDA (Identificazione precoce delle difficoltà di apprendimento), condotto nell’ambito del Progetto “Rafforzamento della rete di supporto delle attività di monitoraggio e valutazione del PRP Piano Regionale di Prevenzione – PROSPECT 2”, è stato presentato uno studio campionario per l’identificazione precoce delle difficoltà di apprendimento negli alunni e alunne in ingresso, realizzato a settembre 2022, alla prima classe della scuola primaria di Palermo e provincia. Il Progetto PROSPECT è frutto di un accordo di collaborazione tra CEFPAS, DASOE dell’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento di Promozione della Salute Materno-Infantile, Medicina Interna e Specialistica d’Eccellenza “G. D’Alessandro” (PROMISE) dell’Università di Palermo. Il CEFPAS ha curato la formazione dei partecipanti e ha contribuito a organizzare l’evento.
Del Progetto PROSPECT 2 e dei temi legati allo studio cross-sectional nelle scuole primarie di Palermo ne parliamo con Alberto Perra, Direttore UOC SIP ASL Roma 5, Angela Giusti, Referente del Progetto “PROSPECT 2” per l’Istituto superiore di sanità e Carlo Roberto Gambino, Componente Rete Referenti Piano Aziendale di Prevenzione 2022-2025 ASP di Palermo.
Intervista ad Alberto Perra:

- Quali sono state le conseguenze della pandemia da Covid-19 sui bambini e sulle bambine della scuola primaria?
A due anni dall’inizio della diffusione del Sars-CoV-2 nel nostro Paese, la scuola si trova a dover affrontare una grave e subdola sfida. Si moltiplicano le osservazioni e gli studi scientifici che mostrano che i bambini, all’ingresso della scuola primaria, mostrano difficoltà nell’apprendimento e nello sviluppo, a prescindere dal fatto che abbiano o meno sofferto di Covid e che tali modifiche sono principalmente a carico dei bambini che arrivano alla scuola primaria già in condizioni di svantaggio (per esempio socioeconomico). Questo fenomeno, constatato nei bambini, è un indicatore dello stress che hanno vissuto (e vivono) le famiglie a causa delle limitazioni (esempio principe è il lockdown) e dei cambiamenti della vita sociale e lavorativa dovuta alla pandemia. Le limitazioni sofferte dai bambini si traducono in una diminuita “prontezza” ad affrontare, con strumenti adeguati, l’ingresso alla scuola primaria. Un recente rapporto dell’AGIA (Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza), elaborato su un’indagine realizzata con l’Istituto Superiore di Sanità, conclude che “i problemi del neurosviluppo e della salute mentale di bambini e ragazzi manifestatisi durante la pandemia rischiano di diventare cronici e diffondersi su larga scala”. Tale situazione è considerata dai 90 specialisti interpellati nella prima parte dell’indagine come “emergenza di salute mentale”. Questa condizione si traduce in una forma di vulnerabilità che ha degli effetti negativi immediati e potenziali conseguenze durante tutta la vita dell’individuo. La difficoltà dell’apprendimento è un fenomeno conosciuto e studiato da decenni. Se non identificata e corretta per tempo può associarsi, rispetto ai bambini che non ne sono interessati, durante l’età adolescenziale con frequente fallimento scolastico, comportamenti antisociali e gravidanze precoci; durante l’età di giovane adulto con ipertensione, obesità e depressione; durante l’età media con la malattia coronarica e diabete tipo 2; durante l’età più avanzata con invecchiamento precoce e perdita della memoria. In questo momento, queste conoscenze ingenerano gravi preoccupazioni per il futuro della comunità con un crescente numero di bambini interessati da questo fenomeno per le conseguenze a distanza di tempo. Ad evitare che questa condizione si consolidi e che si traduca in una condizione di salute fisica e psichica che va peggiorando con la crescita, si rende essenziale un intervento immediato ed efficace su questo gruppo di bambini. Nell’indagine realizzata nell’ASP di Palermo, i risultati sono decisamente inquietanti. Nel campione di bambini/e partecipanti all’indagine circa il 58% dei bambini ha presentato un rischio medio-alto o alto di disturbi dell’apprendimento e quest’ultimo gruppo, secondo gli ideatori del metodo di indagine, necessiterebbero un intervento immediato.
- Che soluzioni adottare per far fronte a questa problematica e alle sue conseguenze?
Di fronte a tale situazione si possono considerare interventi a brevissimo termine e a medio-lungo termine. Il primo intervento consiste in un intervento di potenziamento dell’apprendimento delle/i bambine/i realizzato nelle prime classi di tutte le scuole primarie della Regione. Dopo un’adeguata (e breve) formazione degli insegnanti si potrebbe ideare un progetto che innanzitutto coinvolgerebbe le scuole e per il quale verrebbe acquisito il nominativo del responsabile del progetto in ciascuna delle scuole primarie. La programmazione delle attività di potenziamento si dovrebbe realizzare ad opera del Dirigente Scolastico e referente del progetto, dai rappresentanti dei genitori e dai referenti degli enti locali o altri stakeholder. Agli insegnanti formati si suggerirebbero attività pratiche sia per consolidare i prerequisiti dell’apprendimento, sia per rendere fluido l’apprendimento stesso di alcune difficoltà legate alla struttura della lingua italiana. In questo modo, si realizzerebbe l’attività di stimolo e attivazione delle potenzialità dei bambini nelle classi/scuole aderenti (che si vorrebbe fossero tutte, nessuna esclusa). Quattro ore settimanali, all’interno del curriculum scolastico, già in uso, sono considerate sufficienti per il recupero e il rinforzo di tutti i/le bambini/e. A questo intervento sarebbe importante affiancare un sistema di monitoraggio e valutazione delle attività e dei risultati in accordo a metodi e procedure della letteratura scientifica internazionale attraverso la raccolta dati basata sull’uso di un questionario standardizzato. Per quanto attiene agli interventi a medio-lungo termine è opportuno ricordare che i bambini sono stati duramente colpiti perché rappresentano una parte fragile della nostra società. La resilienza dei/lle bambini/e dipende dai comuni processi di crescita e adattamento: saltare, correre, giocare fra di loro, gridare, creare, inventare, vivere situazioni nuove. Tutto questo è l’ordinario. La società deve quindi impegnarsi a far sì che i bambini possano vivere il loro ordinario, il che garantisce a tutti loro il corretto sviluppo. Amministrazioni, associazioni, organizzazioni della società civile e singoli membri della comunità dovrebbero identificare sempre più ambienti e spazi fisici per lo sport, il gioco e l’incontro, promuovere con gli stakeholders una raccolta fondi per iniziative sociali (tornei, concorsi, gare), laboratori con diverse realtà comunali (anche a distanza) e un’attenzione speciale per le famiglie disagiate o con casi particolari che sono risultati i più colpiti dalle chiusure associate alla pandemia.
Intervista a Angela Giusti:

- Che ruolo ha avuto l’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del progetto PROSPECT 2 e dello studio?
L’Istituto Superiore di Sanità si occupa della produzione scientifica a supporto delle Regioni, sia in termini di studi epidemiologici e sorveglianze di popolazione, sia nell’implementazione e valutazione di interventi di salute. Dal 2014 ad oggi la collaborazione tra l’ISS e il DASOE, l’Università di Palermo e il Cefpas è stata proficua e ha visto la partecipazione di oltre 50 professioniste e professionisti del Sistema Sanitario che insieme, in una Comunità di Pratica, hanno costruito un bagaglio di competenze orientate all’epidemiologia, alla promozione della salute e agli interventi in comunità (Prospect 2015-2017, Prospect 2 2022-2024. Sono stati prodotti diversi studi su cui è stato possibile orientare gli interventi, tra i quali “Salvate Eva in Sicilia”, uno studio sui determinanti di accesso delle donne allo screening del cervico-carcinoma, l’indagine campionaria “InPrimis” sulla prevalenza dell’allattamento e i suoi determinanti in Regione Sicilia, i cui risultati hanno anticipato e sono stati confermati dalla Sorveglianza Nazionale 0-2 anni. E altri studi sono stati realizzati – e pubblicati in un report dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale – su temi come il bullismo, sugli effetti della crisi economica, sulle vaccinazioni e sulla vaccine hesitancy, sulla percezione del rischio ambientale. Sono inoltre stati attivati interventi ad hoc, tra cui il progetto Salvate Eva, per aumentare l’accesso delle donne agli screening oncologici organizzati e gli “Attivatori di Comunità”, promuovendo un approccio partecipativo a supporto degli obiettivi del Piano Regionale di Prevenzione. La forza di questo approccio è stata unire il metodo epidemiologico all’azione di salute pubblica in comunità, grazie all’attivazione della rete multidisciplinare e transettoriale che si è creata in questi anni e sotto la guida del DASOE, con cui di volta in volta sono state identificate le priorità di indagine e intervento. Di questo dobbiamo ringraziare il dott. Salvatore Scondotto, che negli anni ha guidato le diverse iniziative, e il dott. Salvatore Requirez che ha promosso temi come l’allattamento e sostenuto l’attuale progetto. Prospect 2 costituisce la seconda fase del progetto nell’ambito del quale è in corso di realizzazione anche uno studio pilota sui determinanti di accesso allo screening del cancro del colon-retto, per il quale la Sicilia presenta tassi di adesione molto bassi, realizzato in partnership con il Dipartimento PROMISE l’Università di Palermo, la prof.ssa Alessandra Casuccio e il dott. Vincenzo Restivo, il Cefpas e l’ASP di Palermo. Durante lo scorso anno è stato realizzato lo studio IPDA per l’Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento nelle classi prime elementari dopo la pandemia. Questi due studi sono particolarmente orientati all’azione e il loro successo, sia nella fase di realizzazione sia di implementazione degli interventi, dipende in larga misura dall’attivazione della Rete di persone e di servizi, che, con Prospect 2, si sta muovendo oltre i confini del sistema sanitario verso un sistema-salute che coinvolge l’ambito educativo, sociale e il terzo settore.
- Che importanza e quali risultati ha questo studio nel quadro delle ricerche sulle problematiche legate alle difficoltà di apprendimento negli alunni e alunne dovute alla Pandemia da Covid-19?
L’obiettivo dello studio è sempre stato centrato sull’intervento, in quell’ambito che chiamiamo epidemiologia in azione. L’idea, sostenuta dall’ISS e per anni promossa dal dott. Salvo Scondotto, è che gli studi epidemiologici debbano avere immediata ricaduta sulla salute delle persone. Per questo, in fase di progettazione dello studio, sono state già previste le azioni successive, azioni evidence-based da pensare e realizzare direttamente nella scuola, con gli/le insegnanti. Teniamo in modo particolare all’approccio di promozione della salute: con lo studio avevamo l’obiettivo di rilevare le situazioni di difficoltà esacerbate o aumentate dalla pandemia e realizzare interventi in grado di attivare le risorse delle bambine e dei bambini. L’ASP di Palermo ha promosso l’iniziativa includendola tra le attività del Piano Regionale della Prevenzione come attività transettoriale che vede impegnati insieme il sistema di salute, educativo e sociale.
Intervista a Carlo Roberto Gambino:

- In che modo il Piano Aziendale di Prevenzione 2022-2025 può contribuire all’analisi e risoluzione delle problematiche legate alle difficoltà di apprendimento negli alunni e alunne dovute alla pandemia da Covid-19?
Appena coinvolti dal DASOE e dall’I.S.S. per effettuare lo studio campionario sulle bambine e i bambini frequentanti la scuola primaria a Palermo e provincia, il gruppo di lavoro dell’ASP di Palermo ha attivato la Rete di Scuole “IGEA” e contestualmente previsto e inserito l’intervento, in termini di Ricerca-Azione, all’Interno del Piano Aziendale di Prevenzione 2022-2025 (PAP), che si trovava già in corso di definizione e subito dopo adottato con Delibera del Direttore Generale N.01946 del 16/12/2022. Con la collega Giovanna Ripoli, Referente del Programma Predefinito 01 Scuole che promuovono salute, abbiamo pensato di inserire il Progetto “Ricerca Azione IPDA Identificazione Precoce Disturbi dell’Apprendimento” all’interno dell’Azione 1 di questo Programma e cioè nell’ambito della Rete She Sicilia – rete regionale delle “scuole che promuovono salute”. In tal senso, abbiamo previsto che alla fase della ricerca seguisse un intervento strutturato di tipo inter-istituzionale, con il coinvolgimento e la collaborazione del Terzo Settore competente in materia. Nell’ambito dell’Azione di PAP sono state individuate alcune risorse economiche all’interno dei finanziamenti di Piano Sanitario Nazionale 2021 – Linea 4 Prevenzione – e, come previsto, il gruppo di lavoro sta proponendo al Commissario Straordinario, Dott.ssa Daniela Faraoni, l’approvazione di un avviso pubblico per avviare una procedura di co-progettazione in aderenza alle Linee Guida ANAC (Delibera N.32/2016) e al Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali N.072 del 31/03/2021. Grazie al contributo di tutto il gruppo, e in particolare della Dott.ssa G. Ripoli, a giorni l’avviso sarà operativo e pubblicato sul sito web aziendale.
- Quali risultati e a quali conclusioni sono emerse dall’incontro regionale Studio Scuole IPDA del 9 marzo in relazione alla problematica e alla rete creata?
L’incontro regionale è stata una tappa fondamentale del percorso progettuale. Infatti, è stato un momento di confronto inter-istituzionale che ha chiarito ancor di più l’importanza di un approccio eco-sistemico complesso e, allo stesso tempo, operativo dove tutti gli attori istituzionali sono chiamati alle loro responsabilità e alla collaborazione sinergica. In primis il mondo della Scuola rappresentato da tanti Dirigenti Scolastici e dall’Ufficio Scolastico Regionale – Ambito Territoriale di Palermo, con tutte le sue competenze ed esperienze già in campo, ma anche l’Università, l’Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato della Salute, il Sindaco del Comune di Palermo che ha delegato il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, il Terzo Settore e, naturalmente, l’ASP con le sue azioni di prevenzione primaria e promozione della salute. Il Progetto “Ricerca Azione IPDA Identificazione Precoce Disturbi dell’Apprendimento”, per la mia ormai più che ventennale esperienza come progettista, penso proprio possa diventare una buona pratica per il nostro territorio e non solo. Vedremo in sede di valutazione del progetto stesso al suo compimento e anche oltre.
Domande per tutti:
- Quanto e che valore ha avuto la formazione, svolta dal CEFPAS, nell’ambito del progetto PROSPECT 2 e in relazione ai suoi risultati?
Risponde Alberto Perra: La formazione ha come obiettivo non solo quello di promuovere le competenze dei partecipanti, ma anche rinforzare una rete che coinvolge operatori di tutte le ASP, il che ha un forte valore aggiunto. La presenza di operatori di diversa professionalità e sede lavorativa permette di condividere metodi comuni di analisi e di intervento che faciliteranno in seguito l’azione comune.
Risponde Angela Giusti: Dal 2014 ad oggi la collaborazione tra l’ISS e il DASOE, l’Università di Palermo e il Cefpas è stata proficua ed ha visto la partecipazione di oltre 50 professioniste e professionisti del Sistema Sanitario che insieme, in una Comunità di Pratica, hanno costruito un bagaglio di competenze orientate all’epidemiologia, alla promozione della salute e agli interventi in comunità.
Risponde Carlo Roberto Gambino: Questa formazione che, di fatto, ha risvolti così importanti in termini di impatto sia per la ricerca che per gli interventi, assume un valore unico nel genere. Teorie, metodologie e applicazioni sul campo sono la norma del PROSPECT. Ma chi vi parla è in “pieno conflitto di interessi” essendo stato un “masterista PROSPECT” della prima ora nell’edizione avviata nel 2016 e durata ben due anni. Le lezioni-azioni di Alberto Perra fanno parte di un consolidamento personale della Cultura della Prevenzione a cui rimango per sempre legato.
- Che tipo di supporto e sostegno possono dare gli insegnanti dei bambini e delle bambine con difficoltà di apprendimento?
Risponde Alberto Perra: Dopo un’adeguata formazione degli insegnanti si potrebbe ideare un progetto con attività pratiche sia per consolidare i prerequisiti dell’apprendimento, sia per rendere fluido l’apprendimento stesso di alcune difficoltà legate alla struttura della lingua italiana. Gli insegnanti potrebbero realizzare attività di stimolo e attivazione delle potenzialità dei bambini. A questo intervento sarebbe importante affiancare un sistema di monitoraggio e valutazione delle attività e dei risultati in accordo a metodi e procedure della letteratura scientifica internazionale attraverso la raccolta dati con un questionario standardizzato.
Risponde Angela Giusti: Come sottolineato dal dott. Perra le/gli insegnanti hanno un ruolo centrale nel seguire i bambini e le bambine e con il coinvolgimento delle/gli insegnanti di sostegno e delle/gli assistenti alla comunicazione, oltre che con la collaborazione delle famiglie e delle/i dirigenti scolastici si potranno raggiungere buoni risultati.
Risponde Carlo Roberto Gambino: I docenti, dalla loro, hanno già molte frecce all’arco. Metodologie, tecniche e, soprattutto, esperienza sul campo con cui già affrontano innumerevoli problematiche e con cui si trovano a confrontarsi nei loro gruppi-classe. A volte manca “lo spazio mentale” per mettere ordine e agire rispetto a situazioni più complesse che la routine quotidiana non aiuta a mettere a fuoco. Con il Progetto “Ricerca Azione IPDA Identificazione Precoce Disturbi dell’Apprendimento”, nella parte dell’intervento in collaborazione con il Terzo Settore, cercheremo di fornire questo “spazio” e un supporto metodologico in grado di supportare la loro azione didattica e di facilitazione in un’ottica di prevenzione primaria universale, ma anche selettiva.
L’intervista è stata realizzata dal Servizio Comunicazione del CEFPAS.