
Il decreto legislativo 62/2024 “Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato” introduce nuove definizioni e modalità di valutazione per le persone con disabilità, modificando la legge 104/1992. Il d.gls. 62/2024 si propone di garantire un riconoscimento più completo della condizione di disabilità, promuovendo l’inclusione e l’autonomia delle persone con disabilità. Le normative europee, nazionali e regionali riguardanti le Persone con disabilità, necessitano di una formazione condivisa tra tutti gli attori del sistema: gli assistenti sociali che operano negli enti locali, i componenti delle équipe di valutazione multidisciplinare delle aziende sanitarie, gli enti del terzo settore che si occupano degli interventi a supporto delle persone con disabilità ai fini del miglioramento della qualità della vita.
Due i pilastri fondamentali che richiedono essere attenzionati: la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) e il Progetto di vita come declinato dall’art. 62/2024. Nel suo ruolo di Governance, la Regione Siciliana, attraverso l’Assessorato alla Famiglia e alle Politiche sociali, e per il volere dell’Autorità Garante delle Persone disabili nella Regione Siciliana, Carmela Tata, promuove e facilita la connessione dei temi di interesse che emergono dalle sollecitazioni nazionali, regionali e locali. Il 28 maggio si è svolto al CEFPAS il Corso “Il Decreto legislativo 62/2024: aspetti normati, ICF, Inclusione scolastica” rivolto ai dirigenti scolastici dei CTS e delle scuole polo per l’inclusione e Operatori delle UOC territoriali di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Abbiamo intervistato Salvatore Benfante Picogna, dirigente tecnico dell’USR Sicilia in merito al progetto Disabili 2024.
Perché è importante coinvolgere le scuole?
Il coinvolgimento delle scuole è, anzitutto, un obbligo di legge ed è fondamentale per diversi motivi legati all’efficacia, all’equità e alla coerenza del percorso di inclusione scolastica degli alunni con disabilità. La scuola, infatti, rappresenta, dopo quello familiare, l’ambiente strutturato più frequentato da bambini e adolescenti ed è quindi, parte integrante della rete di supporto che, insieme ad Asp, enti locali, servizi sociali ecc., partecipa alla definizione e realizzazione degli interventi. Gli insegnanti e il personale scolastico, inoltre, rappresentano degli osservatori privilegiati del comportamento, delle potenzialità e delle difficoltà dell’alunno nel contesto scolastico in grado di fornire elementi concreti e dinamici alla valutazione multidimensionale nell’ottica della personalizzazione degli interventi, anche attraverso il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Il progetto di vita, infatti, non si esaurisce negli interventi sanitari o assistenziali, ma include obiettivi educativi e formativi, percorsi di autonomia e cittadinanza attiva e di preparazione alla vita adulta e, per quanto possibile, all’inserimento lavorativo. In senso lato la scuola, poi, collabora attivamente e quotidianamente per promuovere la cultura dell’inclusione attraverso la piena partecipazione dell’alunno con disabilità alla vita scolastica, sia sul piano relazionale che affettivo e cognitivo e sviluppando contesti basati sulla pro-socialità.
Qual è il ruolo dell’USR nel progetto disabili 2024?
L’USR, nell’ambito dell’inclusione scolastica ha un ruolo determinate, anzitutto, perché è emanazione territoriale del Ministero dell’Istruzione e del Merito e, quindi attua nella regione, le politiche inclusive che hanno una valenza nazionale. Esso, inoltre, dialoga costantemente con tutte le altre istituzioni, gli enti e le associazioni del territorio al fine di adeguarle alle esigenze della popolazione scolastica siciliana. In modo particolare l’USR, attraverso il Gruppo di lavoro interistituzionale, facilita l’integrazione tra servizi scolastici e sociosanitari, monitora e valuta i dati a livello regionale sull’inclusione scolastica, supporta l’elaborazione di piani regionali per l’inclusione, promuove la formazione congiunta tra personale scolastico e operatori sociosanitari, elabora e diffonde materiali utili alla progettazione educativa individualizzata e alla personalizzazione dei percorsi scolastici, coordina e indirizza i GIT a livello provinciale e di ambito, fornendo criteri comuni e orientamenti condivisi. L’USR è parte attiva del progetto Disabili 24 in quanto, insieme alla Garante regionale per le persone con disabilità, gli Assessorati regionali della Salute, della Famiglia e delle Politiche sociali e dell’istruzione e il Cefpas sta collaborando attivamente per la diffusione e l’attuazione delle novità introdotte dal Decreto legislativo 62/2024.
In che modo garantire un’integrazione scolastica più efficace e una maggiore partecipazione attiva degli alunni con disabilità?
La normativa italiana sull’inclusione degli alunni con disabilità è tra le più avanzate al mondo e la scuola si colloca fra le maggiori istituzioni in cui la partecipazione e l’attività (secondo l’Icf) degli alunni è una certezza a cui le famiglie si affidano con sempre più crescente consapevolezza e serenità. Dobbiamo migliorare sempre, questo è innegabile. La mia quasi ventennale esperienza nel settore dell’inclusione scolastica mi porta ad affermare che la qualità dell’inclusione passa attraverso la formazione continua del personale coinvolto, la collaborazione costante con le famiglie e tutte le istituzioni coinvolte e sulla valorizzazione delle potenzialità degli alunni, che rimangono, non solo i principali destinatari, ma i principali attori del processo di inclusione.
Perché il decreto 62/2024 rappresenta un passo avanti significativo verso una maggiore inclusione e autonomia delle persone con disabilità, compresi gli studenti con disabilità?
Il D.lgs. 62/2024 mette la persona al centro, con i suoi desideri, aspirazioni e potenzialità, costruisce un sistema coordinato e partecipato, semplifica l’accesso ai diritti e rafforza il collegamento tra scuola, famiglia e servizi. Rappresenta, di fatto, un tassello chiave per dare concretezza all’articolo 24 della Convenzione ONU: il diritto all’istruzione inclusiva, e all’articolo 19: il diritto a vivere nella società con pari opportunità. Il decreto, infatti, adotta una prospettiva bio-psico-sociale, fondata sulla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF), superando la visione centrata sul deficit e sul solo accertamento sanitario, attribuendo maggiore attenzione al contesto, alle barriere e le capacità residue, in una logica di funzionamento. Il cuore della riforma è il Progetto di Vita (uno strumento unitario, flessibile, trasversale che accompagna la persona con disabilità lungo tutto l’arco della vita), la cui elaborazione non prescinde dalla partecipazione diretta della persona e dei suoi familiari, insieme a tutti i soggetti istituzionali concentrandosi sugli obiettivi concreti di autonomia, inclusione scolastica, sociale e lavorativa. Uno dei punti più importanti del Decreto è il collegamento strutturale tra il Progetto di Vita, il Profilo di Funzionamento e il PEI, il che interpella le istituzioni, cui ciascun documento fa capo, ad una sinergia costante.
L’intervista è stata realizzata da Ilenia Inguì, Dirigente del Servizio Comunicazione del CEFPAS.

