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Sanità: meno siciliani vanno  in altre regioni per cure, 7,8%. Regione risparmia 50 mln euro; Razza, progressi pubblico-privato

(ANSA) – PALERMO, 13 LUG – Aumenta il numero di siciliani che rimane nell’Isola per farsi curare nelle strutture sanitarie pubbliche e private, in calo dunque il dato sulla mobilità passiva extra-regionale: 7,8% nel 2021, era tra l’11 e il 12% nel 2019. Per la Regione si tratta di un risparmio di 50 milioni di euro. Il 62% delle prestazioni rese a cittadini è stato coperto l’anno scorso dal sistema pubblico, il 30% dal sistema privato. L’analisi della mobilità passiva emerge dal rapporto di Kpmg su dato della Regione siciliana, presentato a Palazzo Orleans dall’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza e dal dirigente generale del dipartimento Mario La Rocca.

“Per la prima volta scendiamo sotto l’8% di mobilità – ha detto Razza – Il pubblico dimostra di fare il proprio mestiere non occupandosi solo attività emergenziali e grazie al contributo del sistema privato, i siciliani ricevono in regione il 92% delle prestazioni”. L’assessore ha sottolineato un dato: “Per la prima volta il saldo mobilità va sotto i 180 milioni e non per l’emergenza Covid, ma perché’ c’è stata la capacità di produrre in Sicilia 43 milioni di euro di prestazioni sanitarie in più: quindi offrire ai siciliani la possibilità di trovare cure nella propria regione. Questo non significa che non ci siano criticità, come liste attese a volte vanno oltre il decoroso”. Per Razza “quella di oggi è la fotografia di una programmazione, partita del 2018, che si è data degli obiettivi e che oggi presenta un consuntivo: la Sicilia in questa difficilissima fase ha risparmiato 50 milioni di euro che prima andavano altrove”.

Fonte: ANSA

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