“I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): la relazione professionale per la presa in carico multidisciplinare” è il titolo del seminario, nato dall’accordo di collaborazione tra CEFPAS e SMO, Società Mediterranea di Ortottica, che avrà luogo al CEFPAS il 23 e 24 novembre. I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) riguardano un gruppo di disabilità in cui si presentano significative difficoltà nell’acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo. I disturbi che rientrano in questa categoria diagnostica sono quattro: la dislessia (disturbo specifico della lettura caratterizzato dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente), la disgrafia (disturbo specifico della grafia che riguarda la componente motoria della scrittura per cui scrivere è faticoso e il risultato è poco leggibile), la disortografia (disturbo specifico della scrittura legato ad aspetti linguistici e consiste nella difficoltà di scrivere in modo corretto) e la discalculia (disturbo specifico che riguarda la difficoltà la difficoltà a comprendere ed operare con i numeri e la difficoltà automatizzare alcuni compiti numerici e di calcolo). Il seminario si propone di approfondire le problematiche del paziente affetto da DSA con tutte le figure che sono coinvolte nella valutazione, diagnosi e riabilitazione/abilitazione. Abbiamo intervistato le responsabili scientifiche dell’attività formativa: Maria Vadalà, Professore associato di Oftalmologia, Università di Palermo ed Emilia Gallo, Ortottista, Arnas Garibaldi di Catania nonché Past president SMO.

Intervista a Maria Vadalà
- Qual è la finalità del seminario sui disturbi specifici dell’apprendimento che si svolgerà il 23 e 24 novembre al CEFPAS?
In ambito sanitario i riabilitatori sono spesso delle monadi che interloquiscono sì in maniera proficua con i pazienti, ma rimangono spesso poveri della visione d’insieme di una presa in carico multidisciplinare che spesso è indispensabile per gestire la disabilità del paziente, soprattutto nell’ambito dell’età evolutiva. Con questo spirito con la Società Mediterranea di Ortottica abbiamo pensato di mettere insieme intorno ad un tavolo le figure sanitarie, mediche e riabilitative che ruotano intorno alla DSA per cercare un linguaggio comune e condividere più efficacemente il percorso del paziente.
- Nell’ultima versione del DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), i DSA figurano tra i disturbi del neurosviluppo, ci sono studi relativi alle cause come ad esempio i fattori genetici e quelli acquisiti?
È condiviso nella comunità scientifica che l’eziologia dei DSA, come di molti altri disturbi del neurosviluppo, è multifattoriale, ovvero implica l’interazione tra fattori sia di rischio che protettivi multipli, di tipo sia genetico che ambientale. Una buona parte dei fattori di rischio è comune tra le diverse forme di DSA e anche con altri disturbi del neurosviluppo ed è raro che un singolo gene, alterazione neurofunzionale, rischio ambientale o deficit cognitivo, predichi in modo univoco l’emergenza di un singolo disturbo. Pur esistendo un generale accordo sulla loro origine neurobiologica, non abbiamo ad oggi marker biologici affidabili per la loro identificazione e diagnosi che di fatto continua a basarsi prevalentemente sulla osservazione comportamentale e sulla misurazione testistica delle abilità di lettura, scrittura e calcolo.
- Qual è tra i DSA il disturbo maggiormente frequente per i bambini e a che età si presenta?
Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato nel 2022 un rapporto in collaborazione con l’Ufficio di Statistica contenente i dati epidemiologici italiani raccolti negli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021 per quanto riguarda gli alunni con DSA. Il rapporto presenta diverse statistiche a seconda degli elementi considerati. Nel 2020/2021, 198.128 alunni presentavano dislessia, 99.769 disgrafia, 117.849 disortografia e 108.577 discalculia; tali dati sono complessivi per primaria e secondaria di I e di II grado. Gli elementi che possono fare sospettare una evoluzione in DSA possono essere individuati fin dall’età prescolare, attraverso quei compiti linguistico-cognitivi che già fanno parte dei programmi della scuola dell’infanzia. La diagnosi può essere posta alla fine della seconda elementare per i disturbi relativi a lettura e scrittura.
- Quali sono i sintomi legati alla vista che un genitore può notare in presenza di DSA?
I segni e i sintomi che più frequentemente si riscontrano in bambini affetti da DSA sono relativi a dei disturbi da affaticamento visivo (occhi arrossati e lacrimazione, fastidio alla luce, vista annebbiata, mal di testa, atteggiamenti posturali anomali) che sono presenti comunque anche in soggetti non affetti da DSA. Quindi attenzione a non sottostimare o sovrastimare le situazioni, occorre più educazione e formazione.
- Qual è l’importanza della visita oculistica nella diagnosi di DSA?
Questi soggetti incontrano spesso l’oculista e l’ortottista come prima figura sanitaria dopo il pediatra perché genitori e insegnanti cercano nelle patologie oculari (soprattutto strabismo e vizi di refrazione) la spiegazione ai disturbi di apprendimento. È auspicabile allora una solida competenza in questo ambito che indirizzi correttamente i passi del paziente verso una corretta diagnosi, anche a volte smontando false paure e pregiudizi.

Intervista a Emilia Gallo
- Quali sono le figure coinvolte nell’ambito della diagnosi, trattamento e cura dei disturbi specifici dell’apprendimento?
La figura di riferimento nella diagnosi e trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento è il/la Neuropsichiatra Infantile che si avvale in tutto il percorso degli interventi di diversi professionisti sanitari. Fondamentale è l’apporto di psicologi e logopedisti, cui si aggiungono esperti in scienze della formazione e dell’educazione. Alla gestione di base del bambino con DSA si aggiunge la collaborazione di altre figure come TNPEE ed Ortottisti che si occupano di integrare con le loro peculiarità il supporto per lo sviluppo del paziente.
- Come è possibile aiutare e supportare i genitori di bambini che presentano uno di questi disturbi?
Il genitore, dal momento della diagnosi, si trova a doversi confrontare con la normativa specifica del settore e deve necessariamente sviluppare delle competenze tecniche sulle procedure burocratiche, sanitarie e relazionali, sui luoghi dove esercitare i propri diritti e sugli interlocutori con chi agire. Un corretto ed empatico rapporto da parte di tutte le figure sanitarie coinvolte nel processo sono essenziali per lo sviluppo di una consapevolezza nei genitori chiamati ad affrontare il percorso diagnostico e riabilitativo insieme al figlio/a.
- Perché è fondamentale che questi differenti professionisti sanitari di tipo medico e riabilitativo si confrontino e interagiscano al fine di esercitare le loro pratiche diagnostiche e terapeutiche? Tra le finalità del seminario c’è quella di promuovere una scheda di presa in carico unica e condivisa per tutte le figure riabilitative coinvolte, di cosa si tratta?
La comunicazione tra professionisti sanitari appartenenti ad aree specifiche diverse è essenziale. È fondamentale intendersi sulla terminologia e capire cosa ci si aspetti gli uni dagli altri, ciò rende possibile una visione globale più ampia della valutazione e della riabilitazione. Comunicazione è anche conoscenza: elaborare, con un percorso teorico-pratico comune, una scheda unica e condivisa crea una opportunità per tutti gli operatori coinvolti, ma soprattutto per il piccolo paziente. Altro obiettivo di questo incontro è iniziare a creare una rete di professionisti, esperti in questo settore, localizzati in tutto il territorio siciliano in modo da poter indirizzare correttamente i pazienti e rendere in tal modo più immediata possibile la prima diagnosi.
- In che modo l’ortottista può aiutare ad alleviare lo stress visivo del bambino dislessico al fine di intraprendere un buon percorso riabilitativo?
La visione ha un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento del bambino, poiché consente di assumere informazioni che formeranno il suo bagaglio di conoscenze. Tutte le esperienze del bambino nello spazio in cui si muove sono possibili grazie allo sviluppo di abilità visive quali accomodazione, convergenza, visione binoculare, competenze visuo-spaziali, visuo-motorie e visuo-percettive. I bambini con sospetto di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) dovrebbero essere sottoposti a una visita oculistica e ortottica per poter escludere la presenza di problemi visivi e per valutare i parametri del sistema visivo che garantiscono un normale accesso alle funzioni legate alle letto-scrittura che possono essere normalizzate grazie al corretto occhiale e ad una appropriata ginnastica visiva.
L’intervista è stata realizzata dal Servizio Comunicazione del CEFPAS.