
Con l’obiettivo di prevenire l’insorgenza delle dipendenze patologiche e delle dipendenze senza sostanza (gioco d’azzardo, shopping compulsivo, dipendenza da TV, internet, social network e videogame) e sviluppare tra i giovani le abilità sociali, cognitive e personali, il CEFPAS ha avviato il 15 febbraio 2022 il master “Formazione al Metodo delle Arti Terapie”, previsto nell’ambito del progetto di Piano Sanitario Nazionale 2017 “OffiCine” – Laboratorio permanente di ArteTerapia per lo sviluppo delle life skills e la Promozione della Salute. Il master, promosso in collaborazione con la cooperativa ArtiTerapie L’Arcobaleno (referente per la Regione Sicilia del network ARTEDO), vede la presenza di diverse figure chiave, Daniela Falconeri,Dirigente della Programmazione Formazione del CEFPAS e responsabile progettuale, Pinella Pistorio, Psichiatra, Neurologa, Musicoterapeuta, Magister del Modello Benenzon e Marianna Sidoti, Musicoterapeuta, Presidente della Soc. Coop. Soc. Arti Terapie L’arcobaleno e Referente regionale ARTEDO.
Come e perché nasce il progetto “Formazione al Metodo delle Arti Terapie”?
(Risponde Daniela Falconeri)
Il progetto “OffiCine – Laboratorio permanente di ArtiTerapie per lo sviluppo delle life skills e la Promozione della Salute” nasce con la finalità di prevenire il disagio, le dipendenze patologiche e le new addiction e di promuovere il benessere nei giovani attraverso lo sviluppo delle competenze trasversali e delle abilità di vita con il metodo arte terapeutico. L’efficacia dei differenti linguaggi artistici come strumento espressivo e generativo è stata ampiamente dimostrata, negli ultimi 20 anni, da numerosi studi scientifici per gli ambiti della prevenzione, per la promozione della salute, come supporto alla gestione e al trattamento di varie condizioni patologiche (deficit cognitivi, disturbi psicologici, neurologici, malattie oncologiche) e come aiuto per i caregiver.
Qual è la peculiarità di questo percorso formativo organizzato dal CEFPAS in collaborazione con la Società cooperativa sociale L’Arcobaleno?
(Risponde Daniela Falconeri)
Per la realizzazione delle attività di formazione previste dal progetto, il Cefpas ha stipulato un accordo di collaborazione con la Soc. Coop. Soc. Artiterapie L’Arcobaleno che è partner, membro e referente per la Sicilia del network nazionale ARTEDO – ente accreditato MIUR che eroga corsi qualificati per la formazione e l’aggiornamento del personale della Scuola e delle professioni orientate alla relazione d’aiuto. Il percorso formativo di 250 ore prevede una parte teorica in modalità FAD, 6 laboratori in presenza e un project work finale ed è finalizzato all’acquisizione del metodo arteterapeutico e alla sua applicazione nei settori di interesse socio-sanitario. Lavoreremo insieme utilizzando la metodologia e gli strumenti propri delle Arti terapie per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e delle life skills nei ragazzi.
Le dipendenze patologiche sono in aumento non solo tra gli adulti ma anche tra i giovanissimi: in che modo le Arti Terapie possono prevenire l’insorgenza del disagio e delle dipendenze patologiche giovanili?
(Risponde Pinella Pistorio)
Certamente la prima domanda che circola frequentemente in merito alle dipendenze, non solo quelle da sostanze stupefacenti ma anche da gioco d’azzardo e da internet (le più conosciute) riguarda la causa del loro aumento esponenziale. Molti dei nostri ragazzi preadolescenti e adolescenti vivono una condizione di insoddisfazione e difficoltà di inserimento nel proprio nucleo familiare, tra i coetanei e nella società allargata. Le cause sociali sono note a tutti e per tale motivo non vorrei ripetermi; i genitori stessi oggi si sentono inadeguati rispetto all’educazione dei figli, alle loro richieste e ai bisogni inespressi. Gli stessi sono lacerati fra continui sensi di colpa e la necessità urgente di esaudire le necessità economiche e sociali di tutto il nucleo familiare che impegna la maggior parte del tempo a loro disposizione. Se, a quanto detto, aggiungiamo la particolare vulnerabilità di alcuni giovani, il risultato diventa quasi ovvio. Dal punto di vista psicopatologico, sono in aumento anche i disturbi di personalità; essi nascondono, dietro una apparente normalità, un vuoto esistenziale che necessita di essere riempito con contenuti che spingano a vivere tutti gli avvenimenti con estrema leggerezza. Da un altro punto di vista, quello neurofisiologico, sappiamo che l’uso di sostanze o di altri hobbies determina un aumento della concentrazione ematica di dopamina che ha per effetto rilassamento e gradevolezza. Man mano che passa il tempo si crea la dipendenza perché si sente la necessità di una quantità crescente di dopamina per avere gli stessi risultati. Le Artiterapie possono interrompere questa sorta di loop infinito: innanzitutto il contatto con le arti sotto la guida di un esperto aiuta a superare il timore del contatto col proprio mondo interno, sconosciuto e per questo ancor più pauroso. Saper disegnare, suonare, interpretare un ruolo teatrale o danzare dà la sensazione di creare qualcosa di esteticamente piacevole che esprime tutte le proprie risorse; dà anche forma al proprio disagio interno e permette di comprenderlo nella sua essenza e nelle sue motivazioni. Aggiungo ancora che è dimostrato che l’esercizio delle arti aumenta la produzione di endorfine, sostanze che facilitano la sopportazione e /o il superamento del dolore fisico e mentale
Si parla di “stress da pandemia”: secondo un’analisi pubblicata su Jama Pediatrics, un adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d’ansia; tra gli obiettivi del progetto formativo c’è proprio la prevenzione del disagio e la gestione dello stress attraverso il metodo arteterapeutico, di cosa si tratta? (Risponde Pinella Pistorio)
Purtroppo la pandemia ha lasciato strascichi importanti per quanto riguarda la salute mentale, soprattutto nella fascia di età legata all’adolescenza. Inoltre, viviamo in un periodo storico nel quale le difficoltà sono all’ordine del giorno, così come il nuovo scenario di guerra che stiamo vivendo; proprio per questo motivo la prevenzione è fondamentale per i nostri giovani.
Le artiterapie, infatti, permettono di accedere a un’esperienza di riattivazione di un piacere e di esperienze gratificanti che passano attraverso una riattivazione sensoriale e corporea impoverita durante la pandemia e con l’utilizzo massivo degli strumenti tecnologici come intermediari della relazione con l’altro. Un tempo prolungato in cui predomina l’isolamento e un’interazione mediata dalle tecnologie rischiano di creare una vera e propria scissione con aspetti corporei e sensoriali delle esperienze di scambio e di relazione. Le artiterapie diventano occasione di integrazione di questi aspetti. Inoltre, si favorisce la riattivazione del processo creativo-costruttivo e espressivo, favorendo la percezione dell’efficacia personale, la consapevolezza di sé, dei propri limiti e della propria capacità di sfidarli e al contempo di tollerarli.
In che modo le Artiterapie possono essere d’aiuto per i caregiver di persone con Alzheimer e demenza?
(Risponde Pinella Pistorio)
La vita della famiglia all’interno della quale si presenta la malattia di Alzheimer cambia drasticamente. Si verificano modificazioni significative della relazione tra caregiver e ammalato e si assiste ad un vero e proprio capovolgimento di ruoli. In una coppia, chi prima era l’elemento portante della famiglia diventa l’elemento debole e chi aveva prima un ruolo marginale deve assumere un ruolo centrale. I familiari assumono a poco a poco la responsabilità della persona con Alzheimer rispondendo alle sue domande, fornendole informazioni ed orientamento. Si tratta, quindi, con fatica ma anche con creatività, di reinventarsi in un ruolo nuovo, abbandonando quello rivestito per anni. Questo passaggio è fondamentale, perché se il caregiver non riesce a recuperare, in questa relazione trasformata, un elemento di significato potrebbe passare ad un rifiuto del malato e della malattia. Dove però si riesce creativamente a ricostruire un ruolo, allora il caregiver diventa risorsa e qui necessariamente entrano in gioco la personalità, le conoscenze, le capacità di adattamento, la creatività attraverso cui cercare di individuare nuove modalità per stare in quella relazione, in quella nuova situazione, in quel nuovo ruolo.
L’Arte Terapia diviene sostegno perché consente ai caregiver di potersi esprimere non solo attraverso la parola, ma usando il processo creativo per accedere agli aspetti più intimi e nascosti di sé, per contattare ed esprimere le emozioni più recondite e spesso inaspettate, per far emergere ciò che è nascosto al fine di traghettare il caregiver verso una maggiore conoscenza e consapevolezza del proprio vissuto emotivo rispetto alla relazione. L’atto creativo quindi, supportato dall’arteterapeuta, diviene possibilità attraverso cui il caregiver può accedere ai vissuti emotivi più profondi, imparando a comunicarli.
Cosa faranno i partecipanti al Master durante i Laboratori di Arti Terapie?
(Risponde Marianna Sidoti)
In questo particolare periodo storico siamo chiamati ad interrogarci su cosa e come possiamo fare per migliorare la nostra vita e la vita di chi ci circonda. Come professionisti o semplicemente come esseri umani, ci sentiamo in alcuni momenti schiacciati dalle responsabilità, dagli eventi, dallo stress della quotidianità. Le Artiterapie sono un mezzo potentissimo per consentire alla persona di ritrovare il centro, entrare in contatto con il sé espressivo e ritrovare la calma, la serenità e la voglia di vivere. Durante i nostri laboratori, i partecipanti potranno fare esperienze di connessione con il proprio mondo interiore e, attraverso le varie tecniche, acquisire competenze in ambito relazionale. Il tutto potrà essere facilitato dal mediatore artistico; abitare il suono, il colore, il movimento, la parola, tutto sarà utile per migliorare lo stato psicofisico personale e di conseguenza delle persone che ci stanno accanto o con le quali entriamo in contatto in ambito professionale.